A Star is Born - Cineclub Arsenale APS

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A STAR IS BORN

di Bradley Cooper

Durata: 135'
Luogo, Anno: USA, 2018
Cast: Bradley Cooper, Lady GaGa, Sam Elliott, Andrew Dice Clay, Anthony Ramos, Bonnie Somerville


Sinossi

Ally fa la cameriera di giorno e si esibisce come cantante il venerdì sera, durante l'appuntamento en travesti del pub locale. È lì che incontra per la prima volta Jackson Maine, star del rock, di passaggio per un rifornimento di gin. E siccome nella vita di Jack un super alcolico tira l'altro, dalla più giovane età, i due proseguono insieme la serata e Ally si ritrova a prendere a pugni un uomo grande il doppio di lei, reo di essersi comportato da fan molesto. Il resto della storia la conosciamo: la favola di lei comincia quando lui la invita sul palco, rivelando il suo talento al mondo, poi sarà con le sue mani che scalerà le classifiche, mentre la carriera e la tenuta fisica e psicologica di lui rotolano nella direzione opposta, seguendo una china oramai inarrestabile.

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Critica

"La musica è l'unica cosa che quando ti colpisce non fa mai male" diceva Bob Marley. Quanto c'è di vero in questa frase? Quanto può fare male la musica quando colpisce il corpo, quando lo incontra nelle parti più intime, quando consuma qualunque lato del sentimento e lo trasforma in un sacrificio bruciante? Quanto fa male e quanto svuota l'intensità incendiara dell'interpretazione musicale di Bradley Cooper e Lady Gaga in A Star Is Born? La musica è linguaggio che irrompe e devasta, libera i brividi sulla pelle e scioglie lo stomaco: non ha problemi a vivere nel ventre di un altro medium, anzi, viene utilizzata come un vettore funzionale per certi meccanismi rivelatori, per certe epifanie che non sono carezze gentili ma pugni ben assestati allo stomaco. È potente perché proietta sensazioni nell'anima, non è un gioco di intrattenimento speso solo sul palco in virtù della spensieratezza. 

Le canzoni che costellano il film sono infatti sia un momento di connessione organica e spirituale tra i due personaggi sia l'elemento attraverso cui la narrazione prende questi due corpi per portarli allo sfinimento, alla disperazione, alla ricerca di sé stessi nei territori inesplorati della sofferenza. Ogni momento cantato diventa un guscio che prende la forma di una confessione, uno spazio talmente potente da valere sia nella realtà diegetica della vicenda raccontata - perché effettivamente i due protagonisti comunicano attraverso le note - sia nella realtà extradiegetica. 

Il percorso di Ally ricorda quello di Lady Gaga e lo sdoppiamento di Bradley Cooper, che qui non solo interpreta e canta ma esordisce anche alla regia, fornisce un'ulteriore prova di come il film sia interessato alla natura dell'arte e dei loro agenti, alla loro identità, alla loro integrità e alla loro vita privata: attraverso l'unione tra cinema e musica i due attori ragionano sui loro personaggi e su loro stessi.

La questione identitaria non è limitata alla logica interna dello schermo, anzi, pervade tutta l'esperienza cinematografica e l'equazione del remake in una nuova, densa ricchezza emotiva permette di dare spazio per nuove interpretazioni: l'attore protagonista si scopre capace di irrobustire un corpo rotto con la profondità di un vibrato registico e vocale; il carattere della popstar internazionale (e non ha importanza se quella finzionale o quella reale) brilla di intimità anche tra le pareti del montaggio e assume agli occhi degli spettatori nuove dimensioni. Due consapevolezze per un estremo, due verità per incordare una nota nel nome della frontiera del sentimento. Quella frontiera che il cinema hollywoodiano cerca ogni volta di toccare, che solo poche volte è afferrata e che in questo film è quasi rifondata: grazie a dei corpi che dentro contengono musica, casse toraciche colpite in pieno dal vento della sorte, comunque ancora capaci di trasformarlo in un suono umano e in un fuoco memorabile.

Leonardo Strano, mymovies.it