Critica
Documentario sulla battaglia ostinata di una donna nel far sentire la sua voce, che dimostra il potere dell'azione sulla paura, realizzato da una giovane regista afgana. A thousand girls like me è anche la storia della crescita personale di Khatera, del suo impegno nel non essere solo una vittima passiva, ma nel pretendere di essere ascoltata. Una lotta per ottenere la giustizia che le viene negata. E che, di fronte all’indifferenza dei vicini e della polizia, la porta a trovare il coraggio di apparire in televisione e raccontare quello che le è accaduto. Riuscendo così a rompere il muro di silenzio che la circondava. Una rottura che, inevitabilmente, la espone ai giudizi e allo scandalo. Vittima di una mentalità diffusa e tossica, che cerca di giustificare i carnefici trovando colpe nelle vittime. E anche qui, lo sguardo della cinepresa non si distoglie e ci mostra tutto: il pianto di Khatera di fronte alle accuse di promiscuità, la sua determinazione nel reagire in ogni modo, il silenzioso cammino per ritrovare una normalità.
Non più una vittima.La storia di Khatera, per quanto terribile e commovente, è la storia di una donna che non si rassegna. E che trova la forza di opporsi a una società intera, quando questa la vorrebbe silenziosa e passiva.
Ma Thousand Girls Like Me, come dice il titolo, è anche un documentario su una situazione che migliaia di donne vivono, in Afghanistan come nel resto del mondo. Una situazione fatta di violenza, dubbio e, soprattutto, indifferenza.
uam.tv