Akira - Cineclub Arsenale APS

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AKIRA

di Katsuhiro Ôtomo

Durata: 124'
Luogo, Anno: Giappone, 1987
Cast:


Sinossi

Nel 2019 post-atomico di una Neo-Tokyo dilaniata da violenza e scontri tra governo e ribelli, l'elemento più giovane e in difficoltà di una gang di motociclisti, Tetsuo, si scontra con uno strano ragazzino dalla pelle verde, finendo per attirare l'attenzione di misteriosi agenti governativi, che lo rapiscono per sottoporlo a esperimenti. La sete di potere del Colonnello, desideroso di controllare il potere di Akira, porterà a una mutazione nella psiche di Tetsuo che sfuggirà al controllo di chiunque.


Critica

Non è un'affermazione del tutto esagerata né peregrina paragonare l'influenza di Akira a quella di pietre miliari dell'immaginario collettivo come Blade Runner o Star Wars. Ci sono un pre-Akira e un post-Akira, perché la sintesi di cultura cyberpunk e fantascienza, misticismo e tematiche socio-politiche che il capolavoro di Katsuhiro Otomo affronta - senza mai indulgere sulla propria scatenata creatività, comunque asservita a una trama coerente - ha lasciato un segno indelebile sul cinema di animazione, tale da bloccare anche il prosieguo di carriera di Otomo, incapace di ripetersi a livelli simili. Lo sforzo produttivo per realizzare Akira nel 1988 prelude già a un'uscita epocale: costato più di un miliardo di yen, il film intende ricreare, con i limitati mezzi dell'epoca, tanto il taglio cinematografico che la miriade di possibilità di una macchina da presa offre che le immagini di apocalisse cyberpunk che neanche il cinema di allora era in grado di ricreare. 327 colori utilizzati, una cura per il dettaglio maniacale e una colonna sonora memorabile affidata a Shoji Yamashiro e al collettivo - da lui guidato - Geinoh Yamashirogumi, capace di mescolare i suoni tribali della tradizione nipponica ai sintetizzatori aggressivi e quasi moroderiani di una neo-Tokyo che non lascia scampo. Ma quanto offerto tematicamente da Akira non è da meno di quanto offerto a livello di puro entertainment: in esso Otomo convoglia i topoi del fumetto supereroistico, in particolare del tema "super-eroe con super-problemi" (Tetsuo è il perfetto uomo-qualunque soggetto di un esperimento che lo rende l'opposto dell'uomo qualunque, proprio come l'omonimo Tetsuo di Tsukamoto Shinya di lì a un anno), calandoli in uno scenario ultra-nichilista in cui l'ultraviolenza di militari fascisti contrapposti a sciocchi ribelli, gang giovanili e mad doctors alle prese con esperimenti scientifici senza controllo formano un quadro unico di disperazione e insensata ricerca di un potere che non si può padroneggiare.

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