All the Streets Are Silent - Cineclub Arsenale APS

loading...

ALL THE STREETS ARE SILENT

di Jeremy Elkin

Durata: 89'
Luogo, Anno: USA, 2022,
Cast: Rosario Dawson, Fab 5 Freddy, Leo Fitzpatrick, Bobbito Garcia, DJ Clark Kent


Sinossi

La direzione di All the Streets Are Silent è pienamente dichiarata dal sottotitolo originale: "the convergence of hip hop & skateboading". Vuole indicare cioè l'intersezione tra hip hop, inteso sia come genere musicale che come movimento artistico nato dalla strada, e cultura degli skaters. Il set è New York, gli anni quelli a cavallo tra Ottanta e Novanta. In un'era pre YouTube e pre social, che quindi sembra lontanissima dall'ipercondivisione dei tempi attuali, e a pochi anni dalla rivoluzione di MTV, il film catapulta lo spettatore all'interno di due sottoculture nate spontaneamente ai margini, socioeconomici ma anche geografici della città, e poi deflagrate. Spinte, in particolare, da un club aperto a più generi musicali e a una clientela di ogni ceto sociale e discendenza, il Mars di Yuki Watanabe, da un programma radio notturno condotto da Dj Stretch e Bobbito Garcia, e a partire dal '93, dallo Zoo York e Supreme, negozi pionieri e punti d'incontro. Espressioni artistiche rese mainstream, in una seconda fase, dal mercato, discografico e della moda, secondo una parabola già sperimentata da molti altri fenomeni culturali.


Critica

Newyorkese, Gesner è stato protagonista e testimone diretto della nascita e dell'esplosione della cultura che il film descrive, essendo nato nel 1970. Il mondo che ha ripreso con la sua videocamera era (ancora per poco) lo-fi, a bassa definizione come le immagini dei nastri VHS. Materico come le audiocassette su cui circolavano i mixtape sparate dai boombox, o ghetto blaster, gli stereo portatili immancabili su quelle strade per niente silenziose. Il film comunica come si sia imposta, tra Brooklyn e Manhattan, la forza di una nuova energia, tra voglia di riscatto e sperimentazione, i primi beat rozzi, la pratica del freestyling, lo schianto delle tavole sul cemento e i graffiti su muri dei projects e dei vagoni della metropolitana. Segni che contraddistinsero anche grafiche e volantini, prima di planare su t-shirt, felpe, scarpe, berretti da baseball e creare uno streetwear globale, l'abbigliamento di strada avulso da quegli stili di vita. E così dagli archivi riemergono alcuni momenti di creatività autentica, come le improvvisazioni di Jay Z sul palco con mega medaglione al collo, o le rime del rapper Busta Rhymes, ospite in uno studio radiofonico arrangiato. Oppure, tramite le voci di Rosario Dawson e Leo Fitzpatrick, si ricorda lo scomparso Harold Hunter, tra i protagonisti di Kids (1995) di Larry Clark, scritto da Harmony Korine, forse il primo film a portare in Europa lo stile di vita, la musica, la cultura newyorkese di quel momento.

mymovies.it