Arthur Rambo - Il blogger maledetto - Cineclub Arsenale APS

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ARTHUR RAMBO - IL BLOGGER MALEDETTO

di Laurent Cantet

Durata: 87'
Luogo, Anno: Francia, 2022
Cast: Rabah Nait Oufella, Bilel Chegrani, Antoine Reinartz


Sinossi

Karim D. è un giovane astro della letteratura. Di origine maghrebina, ha raggiunto la fama mediatica raccontando la storia di sua madre, un romanzo che tutti leggono, che tutti approvano e che sarà presto un film. Ma la notte della consacrazione il passato ritorna come uno schiaffo. La colpa è del suo "doppio malefico", Arthur Rambo, lo pseudonimo con cui da adolescente ha twittato cose ignobili. Il tempo di un click e la sua seconda identità è rivelata. Debutto e fine coincidono per Karim. Giudicato moralmente dai tribunali della borghesia e da quelli delle banlieue, dove vive con sua madre e suo fratello, cominciano per lui giorni confusi e notti di erranza.


Critica

Ispirato all'affaire "Mehdi Meklat", Arthur Rambo - Il blogger maledetto conferma la passione di Laurent Cantet per le traiettorie umane, le progressioni, le cadute libere, gli arresti. Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, qual è il nostro posto nel mondo sono le domande che ossessionano i suoi personaggi. Per Arthur Rambo, nome ingegnoso in cui coesistono un poeta (Arthur Rimbaud) e un veterano rigettato (Rambo), l'autore ricalca il caso di un giovane prodigio venuto dalle banlieue, conosciuto per i suoi stupefacenti reportage su France Inter e bandito dal mondo mediatico dopo la scoperta di vecchi post misogini e razzisti, antisemiti e omofobici, pubblicati per anni col nom de plume di Marcelin Deschamps. Partendo da questo materiale infiammabile, che tocca soggetti caldi come l'appartenenza di classe e la possibilità (o no) di affrancarsene, il razzismo sistemico e la libertà di espressione, Cantet gira un film opaco come il suo personaggio. Arthur Rambo oscilla tra empatia e rifiuto perché il suo antieroe non è un individuo spregevole che scrive cose odiose, è al contrario un ragazzo simpatico, carismatico e pieno di talento, una persona con cui è facile empatizzare, che può twittare oscenità di ogni sorta. È lo scarto a intrigare (e turbare) lo spettatore, pronto come la folla che lo osannava a rivoltarsi contro e a giudicarlo colpevole. A torto o a ragione. Ma Cantet è attento a non trasformare il suo protagonista in agnello divorato dagli avvoltoi. Il film figura piuttosto una trappola che si richiude su chi l'ha piazzata sul proprio cammino. Quel Karim D., bruciato dal suo passato, che ha il volto di Rabah Naït Oufella, già diretto da Cantet in La classe, e una riserva segreta di ambiguità.

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