Au hasard Balthazar - Cineclub Arsenale APS

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AU HASARD BALTHAZAR

di Robert Bresson

Durata: 90'
Luogo, Anno: Francia/Svezia, 1966, 90
Cast: Anne Wiazemsky, Walter Green, François Lafarge, Jean-Claude Guilbert


Sinossi

L'asinello Balthazar viene affidato alle cure di Marie fino a quando, una volta cresciuto, non viene ceduto dal padre di lei. Inizierà per lui una vita fatta di fatiche e di continui soprusi nei suoi confronti. Anche la vita di Marie non sarà delle più facili a causa di quanto accade al genitore e della sua relazione con il malvagio Gérard.


Critica

Questo film capolavoro di Bresson ebbe una gestazione di dieci anni e una fonte di ispirazione letteraria più che illustre. Il regista infatti affermava di essere stato colpito da questo brano dell'"Idiota" di Dostoevskij in cui a parlare è il principe Miskin(l''idiota' appunto): "L'ambiente straniero mi uccideva. Ricordo che mi svegliai del tutto da questa tenebra una sera a Basilea, al mio arrivo in Svizzera, e mi svegliò il ragliare di un asino sul mercato cittadino. Quell'asino mi colpì enormemente e, chi sa perché, mi piacque in modo straordinario e, nello stesso tempo, a un tratto tutto parve schiarirmisi nel cervello".

L'asino, animale spesso citato nella Bibbia, diviene per il cattolico Bresson lo sguardo che ci accompagna nella sua visione del mondo in cui la Grazia non ha spazio alcuno. Per il regista francese il nostro viaggio in questo vita può solo godere dell'illusione della serenità (i soli momenti veramente tali per Balthazar sono all'inizio e alla fine). Per tutto il rimanente del tempo potremo solo sperare in qualche brevissima pausa (le carezze e i fiori di Marie) tra una sofferenza e l'altra.

Se l'asino viene maltrattato dal perfido Gérard (ma non sta certo meglio con i padroni che a lui seguiranno fino però a ritrovarsi di nuovo nelle sue mani quale portatore di soma con materiale di contrabbando) la vita di quella che un tempo era la bambina che si occupava di lui non segue un percorso più facile. La differenza tra i due potrebbe essere individuata nella possibilità di scegliere da parte dell'essere umano che è invece negata all'animale sottoposto al volere dei padroni. Ma anche qui Bresson manifesta un pessimismo che unisce il piano psicologico personale all'influenza di una società che fa del denaro il proprio vero idolo (non dimentichiamo che successivamente girerà L'argent). Marie ha un padre che si irrigidisce nella difesa della propria onestà rifiutando qualsiasi possibilità di dialogo con la controparte. La figlia sentirà il peso di questa scelta e dibattuta tra un amore possibile e tranquillo e l'attrazione irrazionale nei confronti di Gérard, si piegherà al volere di quest'ultimo così come l'asino al bastone e ai calci dei suoi aguzzini. Bresson un giorno ha affermato: "Credo soltanto nell'amore. L'amore aiuta a comprendere". Su questa nostra Terra però l'amore, per il regista, può essere solo intravisto. Nulla di più.

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