Aurora - Cineclub Arsenale APS

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AURORA

di F. W. Murnau

Durata: 106'
Luogo, Anno: USA, 1927
Cast: George O'Brien, Janet Gaynor, Margaret Livingston


Sinossi

Sedotto da un'affascinante donna venuta dalla città, il giovane contadino Ansass tenta di uccidere la moglie Indre, simulando un incidente, per poter fuggire con l'altra. Tuttavia, durante una gita in barca, l'uomo, pur avendone l'occasione, non trova il coraggio di eliminare la moglie, finendo anzi con il rinsaldare il suo legame matrimoniale. A sera però, mentre ritornano in barca verso la loro fattoria, un temporale fa cadere Indre in acqua. Dopo aver chiesto aiuto, le ricerche portano solo al recupero dei resti dell'imbarcazione: è allora che Ansass decide di ritrovare e uccidere la donna di città, che lo aveva istigato all'omicidio, ma proprio mentre sta per strangolarla, l'uomo apprende che la moglie è stata salvata da un vecchio pescatore. Con il sopraggiungere dell'aurora, sul lago finalmente ritornerà la quiete.


Critica

È il primo film americano di Murnau, è tratto da un racconto (tardo naturalistico) di Hermann Sudermann, è stato sceneggiato da Carl Mayer (lo sceneggiatore del Gabinetto del dottor Caligari), le scenografie sono di Rochus Gliese, famoso art director tedesco dell'epoca, ha vinto tre Oscar (film d'arte, fotografia, Janet Gaynor miglior attrice): ed entra immancabilmente in tutte le classifiche dei dieci migliori film della storia del cinema. Mélo, commedia e tragedia (sfiorata) tra campagna e città. (...) Con Aurora ci si può dar dentro con le iperboli. Film magico, anzi più che magico: alchemico e avvolgente, sinfonico e sintetico, magistrale nella creazione di uno spazio drammatico e cosmico di ombre e trasparenze, inganni e rivelazioni. Murnau prende dei semplici elementi, prosaici e quotidiani, e li trasfigura in epifanie del sublime (proprio così, roba da non crederci). Autore di alcuni capisaldi del cinema tedesco, Nosferatu, L'ultima risata, Faust, il Murnau americano reinventa l'espressionismo, trasferisce quelle atmosfere in un luogo senza tempo e senza spazio, scrive con la macchina da presa sequenze indimenticabili: l'incontro notturno tra l'Uomo e la Donna di città nella palude nebbiosa, il viaggio in tram tra alberi e automobili, la scoperta della vita turbinosa ed elegante della metropoli (con la coppia stupefatta e felice nel vedersi riflessa in una vetrina...), infine la furibonda tempesta sul lago. Il film ha un sottotitolo: un canto di due esseri umani. Un canto che non smette mai di ammaliarci.

Bruno Fornara