Bella ciao - per la liberta' - Cineclub Arsenale APS

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BELLA CIAO - PER LA LIBERTA'

di Giulia Giapponesi

Durata: 100'
Luogo, Anno: Italia, 2022
Cast:


Sinossi

Da inno dei partigiani a canzone di lotta delle nuove generazioni di tutto il mondo, hit dei più famosi artisti internazionali e colonna sonora della serie Netflix "La casa di Carta". A quasi un secolo dalla sua nascita, la forza di Bella Ciao non si arresta. Il film racconta i misteri, la genesi e la storia della canzone della Resistenza, che riappare ovunque si combatta contro l'ingiustizia. Un canto inarrestabile, oggi patrimonio dell'umanità nella lotta per la libertà.


Critica

Giulia Giapponesi propone un percorso che si trasforma in una presa di coscienza con una fondamentale connotazione femminile. Troppo spesso (si potrebbe dire quasi sempre) l'articolo 'i' precede il vocabolo 'partigiani' quasi che le donne non abbiano preso parte alla Resistenza in Italia. La regista non si attarda in polemiche passatiste. Fa una cosa molto più utile: fa parlare donne che all'epoca c'erano ma, soprattutto, ci permette di conoscere giovani donne nostre contemporanee che per e con quella canzone hanno lottato o lottano. È il caso di una politica turca che per "Bella ciao" è finita sul banco degli imputati o di una combattente curda che ci mostra come quel canto faccia parte del patrimonio della lotta per la libertà di quel popolo. Ci sono anche (e sono degne di rilievo) le ricostruzioni e anche le diatribe sulle origini della sua melodia e sul fatto che sia stata o meno cantata effettivamente durante la lotta partigiana. Il senso profondo sta però altrove. Lo si può ritrovare a tutte le latitudini grazie alla straordinaria capacità di penetrare nella memoria collettiva, di essere imparato rapidamente, di consentire una partecipazione collettiva e di prestarsi ad adattamenti alle lotte di liberazione dai più differenti avversari. Mentre lo si guarda e si ascoltano le testimonianze più diverse (si va da Vinicio Capossela a Moni Ovadia passando per i Modena City Ramblers senza dimenticare musicologi e testimoni del tempo) viene quasi istintivo chiedersi se in questi giorni che vedono la parola guerra associata alla parola invasione non ci sia stato chi, in terra di Ucraina, abbia pensato di ricorrere a quelle note per esprimere la propria ribellione alla violazione di ogni regola avendo l'obiettivo di procedere ad un'annessione più o meno esplicita. È accaduto ma in un contesto che sembra lasciare più di una perplessità sulle intenzioni di base.

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