Calcinculo - Cineclub Arsenale APS

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CALCINCULO

di Chiara Bellosi

Durata: 96'
Luogo, Anno: Italia, 2022
Cast: Gaia Di Pietro, Andrea Carpenzano, Barbara Chichiarelli, Giandomenico Cupaiuolo


Sinossi

Benedetta ha 15 anni e porta un grande peso, che le ha gettato addosso senza nemmeno rendersene conto una madre che voleva fare la ballerina e adesso fa la casalinga suo malgrado. Davanti a casa di Benedetta c'è un campo dove crescono i papaveri ma la ragazza lo attraversa tutti i giorni senza vederne l'orizzonte. Un giorno in quel campo appare un gruppo di giostranti, e fra loro c'è Amanda, "colei che deve essere amata": un nome che si è scelta quando ha deciso di non sembrare più un uomo. Per Benedetta, Amanda sarà l'invito ad aprirsi a quella vita cui fino a quel momento credeva di non meritare l'accesso.


Critica

Calcinculo è la seconda regia di Chiara Bellosi dopo l'esordio con Palazzo di giustizia, ed è basato su un soggetto di Lucia Giovenali e Maria Teresa Venditti e la sceneggiatura che Venditti ne ha tratto insieme a Luca De Bei, vincitrice nel 2018 del Premio Solinas e della Borsa di Studio Chiara Sbarigia per celebrare il "talento nel raccontare i personaggi e l'universo femminile". E davvero Benedetta è una figura di giovane donna motore della storia, cui la cinepresa di Bellosi sta addosso facendo coincidere il suo sguardo con quello di noi spettatori, così che i suoi orizzonti si allargano a poco a poco insieme al nostro raggio di visione. La giovane esordiente Gaia Di Pietro regala una sempre più graduale leggerezza al personaggio di Benedetta, e Andrea Carpenzano cambia completamente di segno la propria immagine maschile, trasformandosi in una farfalla piena di grazia e mettendo ancora una volta il suo carisma naturale al servizio del suo ruolo. Amanda e Benedetta percorreranno insieme le tappe di un percorso di formazione che ha i contorni della fiaba e che racconta di passioni accantonate e prove di volo. Barbara Chichiarelli nei panni della madre di Benedetta riesce a comunicare una frustrazione che si traduce in repressione senza perdere né umanità, né una misura deliziosamente incongruente di tenerezza.

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