CILE - IL MIO PAESE IMMAGINARIO - Cineclub Arsenale APS

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CILE - IL MIO PAESE IMMAGINARIO

di Patricio Guzmán

Durata: 83'
Luogo, Anno: Cile, 2022
Cast:


Sinossi

Ottobre 2019: una rivoluzione inaspettata, un tumulto sociale esplode per le strade di Santiago chiedendo più democrazia, un sistema educativo e sanitario migliori, una vita migliore, e una nuova Costituzione. Con una prospettiva tutta la femminile, manifestanti, giornaliste, psicologhe, artiste, dottoresse, politologhe esperte e giovani politiche della nuova leva ci accompagnano nella protesta e nella violentissima repressione fino all’assemblea costituente per la riscrittura della costituzione nazionale.


Critica

Cile - Il mio paese immaginario alterna alle immagini della protesta prima, della violentissima repressione da parte dell'esercito poi, e infine dell'assemblea costituente che ha portato alla riscrittura della costituzione nazionale, solo e soltanto interviste alle donne che sono state protagoniste o attente osservatrici di questo percorso. Manifestanti, giornaliste, psicologhe, artiste, dottoresse, politologhe esperte o giovani politiche delle nuova leva. Ma non è tutto. Attraverso le loro narrazioni, il regista pone la questione delle donne a monte e a valle di tutto ciò che è avvenuto e sta avvenendo, suggerendo che la condizione di povertà ed urgente necessità delle madri in Cile sia stata tra le micce più incendiarie della protesta popolare, a tutti i livelli sociali, dalle università alle baraccopoli, che la loro rabbia abbia motivato e raccolto le tante anime del movimento, e che non ci sia un destinatario più urgente e centrale delle donne, nello scacchiere sociale, cui il nuovo corso politico dovrà guardare e rispondere. Con un secondo obiettivo, di ridotta focale ma non minor importanza, Mi pais imaginario guarda anche al mondo di chi documenta i cambiamenti sociali. Le videocamere dei reporter e della controinformazione hanno infatti avuto un ruolo cruciale nell'antipropaganda cilena, ma sono anche diventate bersaglio della risposta militare, col risultato che centinaia di persone hanno perso un occhio. Poi l'immagine dell'occhio bendato è diventata a sua volta simbolo di protesta collettiva, in un circolo drammatico ma virtuoso che fa parte delle tante storie nella Storia che questo documentario lascia intravedere.

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