Dante - Cineclub Arsenale APS

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DANTE

di Pupi Avati

Durata: 94'
Luogo, Anno: Italia, 2022
Cast: Sergio Castellitto, Alessandro Sperduti, Enrico Lo Verso


Sinossi

1350. Dopo la morte di Dante, Boccaccio riceve il compito di consegnare alla figlia del sommo vate dieci fiorini d'oro come "risarcimento tardivo dell'ingiustizia patita". Giovanni, grande ammiratore del poeta defunto, accoglie l'incarico come un onore, mettendosi in viaggio per ripercorrere i luoghi che Dante ha attraversato nel corso del suo esilio. Durante il cammino ripercorrerà gli episodi salienti della vita del poeta, dall'incontro con Beatrice all'amicizia con Guido Cavalcanti, dalle guerre fra Bianchi e Neri all'ingresso in politica come priore fino all'"esilio infinito". Intessuti nella trama emergono i personaggi della Divina Commedia, da Paolo e Francesca al Conte Ugolino, sottoforma di racconti raccolti da Dante lungo il suo peregrinare.


Critica

La ricostruzione storica, linguistica e letteraria realizzata dal regista risulta decisamente accurata. In questo senso, Pupi Avati si è avvalso del contribuito di numerosi storici e Dantisti che hanno definito nel dettaglio la resa credibile di uno scenario storico così particolare come quello del 1300. Il fetore dei cadaveri delle vittime della peste e le manifestazioni visive delle malattie del tempo sulla pelle di uomini e donne sono i caratteri distintivi che emergono da una messa in scena contenuta e ben ragionata. Accanto alla storia, però, c’è l’immortale poesia di Dante. “L’unica vera gioia della mia vita”, dice Boccaccio alla figlia del sommo poeta, una volta arrivato a Ravenna. Il Boccaccio di Avati, interpretato da un commuovente Sergio Castellitto, non vede in Dante soltanto un grande poeta, in lui riconosce la figura paterna, l’unico uomo che gli ha insegnato ad amare. Ed infatti il suo viaggio, che in un certo qual modo è anche il viaggio che lo spettatore intraprende seguendo i movimenti della mdp di Avati, acquista i connotati di un pellegrinaggio spirituale il cui fine è riabbracciare un padre conosciuto attraverso la letteratura. L’immensa riconoscenza di Boccaccio rispecchia, anche e soprattutto, quella del regista che rivendica attraverso la voce di Castellitto tutta la propria gratitudine nei confronti di Dante.

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