Diciannove - Cineclub Arsenale APS

Critica

Film insolito e inusuale, come il suo protagonista Leonardo Gravina interpretato dal giovane Manfredi Marini, il ragazzo al centro di Diciannove vola spaesato in cerca della propria strada e, anche quando si stabilisce nella cittadina toscana, non smette di sentirsi incupito e insoddisfatto, come lo si è spesso e troppo facilmente a quell’età. All’apparenza pigro, ma in realtà lettore curioso, intellettuale di marchio novecentesco pur nell’epoca in cui i giovani parlano di trap e si cercano su Instagram - cose che, in fondo, fa anche lui - Leonardo è una monade fuori controllo come fuori controllo è lo stile sgangherato, incurante e sfrontato per cui il regista opta in ogni sequenza e ogni scena, sempre diversa dalla precedente e in cui i toni, i formati e i linguaggi si scambiano e si accavallano continuamente.

gqitalia.it