Critica
L'agenzia Nerv ha infine sconfitto tutti gli Angeli e salvato la Terra, grazie all'utilizzo delle unità Eva, giganteschi umanoidi artificiali pilotati da ragazzi attraverso simbiosi psicofisica. Il Progetto per il perfezionamento dell'uomo perpetrato dalla misteriosa e potentissima agenzia Seele rivela infine la sua natura: alcune unità Eva, guidate dallo spirito dell'Angelo Lilith, attaccano Eva-02 e lo fanno a pezzi. Il giovane Shinji, lacerato dai dubbi e dalle paure, si decide a pilotare di nuovo Eva-01 per affrontare il suo destino, che forse è un tassello decisivo nei misteriosi piani apocalittici della Seele. Film complesso in sé sotto ogni punto di vista, Evangelion: Death (True)2 / The End of Evangelion appartiene a una delle saghe anime più contorte e impenetrabili in assoluto, tanto da meritare un minimo di spiegazione sulla sua genesi. Negli anni Novanta Neon Genesis Evangelion, serie anime di enorme successo, ipnotizza il pubblico di tutto il mondo con una affascinante storia di apocalisse della Terra, intrisa di riferimenti religiosi mescolati a filosofia cyberpunk. Un delirio partorito dalla mente di Hideaki Anno, tanto folle quanto geniale, in cui dei ragazzi provati da traumi insanabili pilotano gigantesche unità biocibernetiche contro misteriose entità aliene che minacciano il pianeta. Dopo 26 episodi la serie giunge alla fine, tra mille problemi, e i fan ritengono l'atto conclusivo insoddisfacente. Anno decide quindi di tornare sui propri passi per girare un reboot cinematografico denominato Revival of Evangelion, destinato a sfociare in un finale alternativo rispetto alla serie. A questa seguirà poi nel terzo millennio un nuovo reboot cinematografico, Rebuild of Evangelion, con notevoli effetti digitali applicati ai disegni animati e una storia ri-raccontata con alcune variazioni: l'ultimo capitolo - forse definitivo? - di Evangelion è stato scritto con l'uscita di Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time in Giappone nella primavera del 2021. Ma prima che questo esca in Italia, arriva nelle sale come evento post-pandemico Evangelion: Death (True)2 / The End of Evangelion, un ritorno al cinema spettacolare dopo la reclusione forzata del COVID-19 che avviene mediante un cult anime, uscito nel 1998 in Giappone. La prima metà - Evangelion: Death (True)2 - non è altro che un riassunto della serie tv, rivissuta in un montaggio frenetico. Si smarrisce buona parte del pathos e dell'attesa connaturati alla visione di una serie a episodi, ma lo scopo è chiaramente quello di condensare in un'ora abbondante la trama di Neon Genesis Evangelion per fornire un utile ripasso e preparare alla visione di The End of Evangelion. Quest'ultimo porta i temi dell'anime di Anno all'ennesima potenza, conducendo il lato adolescenziale del plot primigenio verso un'estasi mistica dai risvolti freudiani ermetica ma affascinante. Impossibile prescindere dal dato biografico, che ha visto il creatore di Evangelion affrontare una depressione durata quattro anni, e che evidentemente trova risonanza nel personaggio di Shinji, il protagonista. Shinji vive in stato di perenne disagio nel mondo reale, incompreso dai coetanei o invidiato per il suo ruolo di predestinato, goffo e frustrato nei suoi tentativi di approccio verso il gentil sesso. A Shinji tocca difendere un mondo che non lo ama oppure distruggerlo grazie ai suoi enormi poteri, ma comunque rimanere solo: sia che si tratti di un reietto o di un predestinato, il suo destino è nella solitudine e nell'impossibilità di essere amato, a partire dal trauma di un'infanzia vissuta senza una madre e con un padre, il creatore degli Evangelion Gendo, disposto a utilizzarlo come cavia per i suoi esperimenti scientifici. I traumi e i complessi freudiani di Shinji dalla metà di The End of Evangelion sostituiscono l'intreccio e vengono accompagnati da deliri visivi sempre più arditi, in un crescendo audiovisivo che guarda a Kubrick e Lynch e si accompagna a nuovi arrangiamenti di Bach e Beatles. Evangelion esce dall'anime ed entra nel mondo reale, in una frattura della quarta parete che - senza anticipare nulla della sorpresa - è destinata a scardinare molte certezze dei fan. La riflessione sul libero arbitrio e sulla adolescenza come apocalisse dell'anima trasferisce la mitologia di Neon Genesis Evangelion nella psiche di un ragazzino problematico e misogino, ma così facendo Hideaki Anno compie un atto coraggioso e prova a riscrivere il canone degli anime. La fine del mondo passa attraverso la difficile accettazione di sé. Dall'anime alla filosofia il passo è breve.
Emanuele Sacchi, MyMovies