Georgetown - Cineclub Arsenale APS

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GEORGETOWN

di Christoph Waltz

Durata: 99'
Luogo, Anno: USA, 2020
Cast: Christoph Waltz, Annette Bening, Vanessa Redgrave


Sinossi

Ulrich Mott è un tedesco che ha fatto fortuna negli Stati Uniti, prima sposando Elsa Brecht, celebre giornalista sua connazionale (che ha l'età per essere sua madre), poi facendosi un nome all'interno della comunità diplomatica di Washington D.C. Ulrich e Elsa abitano in una bella brownstone nel cuore del quartiere chic Georgetown, con grande disappunto della figlia della donna, Amanda, docente di Diritto costituzionale all'Università di Harvard in rotta con il "patrigno" suo coetaneo. Ma al ritorno da una passeggiata notturna, dopo una cena di quelle che hanno fatto di Ulrich il re dei salotti della capitale americana, Elsa viene trovata morta nella villetta coniugale. E Ulrich è il primo sospettato di omicidio.


Critica

Georgetown segna il debutto alla regia cinematografica di Christoph Waltz, l'attore austriaco diventato uno dei beniamini di Quentin Tarantino, che si firma qui pudicamente C. Waltz, ma appare anche come protagonista e cosceneggiatore di questa bizzarra storia di inganni e sotterfugi basata su una storia vera.

Ulrich Mott infatti è realmente esistito e la sua vicenda è stata raccontata in un articolo del New York Times dal titolo 'Il peggior matrimonio di Georgetown'.
Waltz ci racconta Mott come un personaggio fortemente ambiguo ma non privo di fascino, dotato di quell'ambizione e quell'astuzia che gli hanno permesso di passare da stagista alla Casa Bianca a principe consorte a "taumaturgo" nell'esclusivo ambiente della diplomazia statunitense . Un uomo "impossibile da ignorare" conosciuto da tutti a Washington, maestro nell'arte più apprezzata dal mondo diplomatico e politico: fare leva su un nome per avvicinarne un altro, e poi un altro ancora.
Ma Ulrich rimane fondamentalmente uno straniero, un "nessuno venuto dal nulla" senza un ex compagno figlio di senatore a Yale a introdurlo nel ghota americano, o qualche parente celebe ad aprirgli la strada. I suoi modi sono tanto viscidi quanto suadenti, e Christoph Waltz sguazza come un paperotto in questa caratterizzazione che più che al suo perfido colonnello Hans Landa di Bastardi senza gloria rimanda al suo plagiatore di Big eyes. E Georgetown non commette il facile errore di fare di Elsa una povera vittima senile, anche perché a impersonarla è la luminosa Vanessa Redgrave: una donna volitiva che si è fatta strada da sola e che di Ulrich apprezza davvero lo spirito di iniziativa. Annette Bening chiude il cerchio nei panni di Amanda.

Da non americano, Waltz regista e sceneggiatore mette il dito dentro una piaga ben specifica: la struttura sociale wasp nella quale è difficile inserirsi, pronta però ad adottare il mito del self made man come metro di valore. Per certi versi Georgetown ricorda, fra molti altri titoli, Sei gradi di separazione: anche lì c'è l'outsider che si infila nei salotti buoni e funziona da detonatore interno. E in una certa misura non si può non fare il tifo per questo tipo di sabotatore del sistema, la cui spregiudicatezza abbatte steccati altrimenti insormontabili.
La regia di Waltz non può che definirsi teutonica: algida e legnosa, senza alcuna concessione a ciò che non è immediatamente tangibile. Ma in fondo è una solida cornice alla storia di un grande impostore per cui la realtà invece non esiste, se non come fonte delle opportunità che "siamo noi a crearci". Ulrich è un mago del networking, un ottimo cuoco e un maggiordomo impeccabile: dunque adattissimo a quella diplomazia che, come diceva Winston Churchill, "è l'arte di mandare all'inferno in modo che ti chiedano indicazioni".
Più che un character study, Georgetown mette allo specchio l'America, i suoi falsi miti e la sua spocchia xenofoba, e ci lascia con la domanda: "Come è riuscito Ulrich Mott a fare tutto ciò che ha fatto?". La risposta? Ha saputo giocare con le aspettative di un mondo escludente e le regole di una (in)cultura dell'inganno.

Paola Casella, MyMovies