Critica
L'approccio del regista di Fitzcarraldo non è neutro né distaccato: da una parte, da tedesco, avverte il senso di colpa per le ingenti perdite umane subite dai russi a causa della Seconda guerra, dall'altra è grato all'ex presidente dell'URSS per il suo ruolo fondamentale nel processo di riunificazione tra Germania Est e Ovest. Ma più in generale per il suo operato politico, sintetizzato nelle definizioni di "perestroika" e "glasnost" e nel dialogo costante e positivo con i lavoratori e le altre potenze mondiali.
Firmato a quattro mani con il documentarista e antropologo britannico André Singer (Night Will Fall), Herzog incontra Gorbaciov si caratterizza, come altri lavori documentari precedenti del regista, per la presenza della sua voice over a fare da guida nella narrazione. Da Cave of Forgotten Dreams a Lo and Behold, infatti lo spettatore che vede il film in lingua originale è ormai abituato al suo peculiare accento teutonico che conferisce una certa sacralità a ciò di cui si occupa di volta in volta.
Qui il documentarista sembra lasciare molto più spazio all'archivio - trenta le fonti consultate, molto pregevoli, prevalentemente di eventi ufficiali, sia in pellicola che supporto video televisivo, più l'apparato fotografico - per restituire a pieno le atmosfere ai tempi dell'URSS: i luoghi natii e la vita familiare a Stavropol, la sequenza ravvicinata di tre funerali di Stato (i presidenti Breznev, Andropov, Černenko) con le relative parate tra divise, drappi e corone, e le folle millimetricamente schierate nella Piazza Rossa; ma anche le prime richieste di indipendenza e rinnovamento, come la strabiliante ripresa aerea della catena umana (o "via baltica") pacifica e spontanea lunga seicento chilometri formatasi tra Lituania, Lettonia ed Estonia nel cruciale 1989. In questo incontro empatico, che a tratti sembra preludere quasi a un abbraccio, l'intervistatore (che pone le domande in inglese, poi tradotte via auricolare all'intervistato, che risponde, con formule spesso diplomatiche, in russo) evita riferimenti all'attualità stretta e confronti con la Russia degli oligarchi. Il convitato di pietra Putin, mai nominato, appare diabolicamente di sfuggita mentre rende omaggio al feretro di Raisa, l'amatissima moglie e first lady essenziale per l'immagine pubblica e la strategia di Gorbaciov.
Raffaella Giancristoforo, mymovies.it