Il frutto della tarda estate - Cineclub Arsenale APS

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IL FRUTTO DELLA TARDA ESTATE

di Erige Sehiri

Durata: 90'
Luogo, Anno: Tunisia/Svizzera, 2023
Cast: Fide Fdhili, Feten Fdhili, Ameni Fdhili, Samar Sifi, Leila Ouhebi, Hneya Ben Elhedi Sbahi, Gaith Mendassi, Abdelhak Mrabti, Fedi Ben Achour


Sinossi

Alla fine dell'estate, in un frutteto nel Nord-Ovest della Tunisia un gruppo di ragazze e donne lavora per raccogliere i fichi. Sotto lo sguardo di lavoratori e uomini più anziani, le ragazze flirtano, si prendono in giro, discutono di uomini, e litigano. Durante la giornata, il frutteto diventa teatro di emozioni, un luogo dove transitano i sogni e le speranze di una generazione moderna più libera, a confronto con una più ancorata alle tradizioni.


Critica

Esordio nel cinema di finzione per la regista franco-tunisina Erige Sehiri, il film è un pregevole spaccato di vita agricola dagli spiccati riflessi di analisi socio-culturale, tutta declinata al femminile. Sehiri, che viene dal documentario, sa bene quanto sia importante radicarsi nell'osservazione di un luogo, e nel lasciare che la storia emerga dalle personalità che si incontrano. Ha scovato quindi il suo soggetto e i suoi personaggi a partire dall'attrice Fide Fdhili e dalla realtà che la circonda, facendone la chiave d'ingresso per un ritratto generazionale di giovani donne (e, appena un passo indietro, giovani uomini). Il frutteto diventa un luogo d'incontro e di scambio, dove si consuma il chiacchiericcio, si stuzzica il desiderio, e là dove il sole crea l'ombra va in scena la negoziazione di costumi in perenne cambiamento - tra i sessi, tra le generazioni, tra chi lavora e chi ha l'autorità della decisione. La struttura del film è leggera ed elastica, con qualche punto in comune con il successo recente dello spagnolo Alcarras (una poetica dell'estemporaneo che fa contrasto con la sacra ciclicità del mondo agricolo), ma è soprattutto debitrice verso il cinema di Abdellatif Kechiche, di cui riprende l'ossessione naturalistica e l'indipendenza dalla sceneggiatura in favore della creazione di situazioni in cui coltivare il lavoro degli attori.

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