Il Legionario - Cineclub Arsenale APS

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IL LEGIONARIO

di Hleb Papou

Durata: 81'
Luogo, Anno: Italia/Francia, 2022
Cast: Germano Gentile, Maurizio Bousso, Marco Falaguasta


Sinossi

Al centro della scena il giovane Daniel, italiano di seconda generazione (i genitori sono camerunensi) che diventa poliziotto ed entra nel Primo Reparto Mobile, conosciuto con il nomignolo di Celere e spesso impegnato a gestire con le cattive l'ordine costituito. Daniel è l'unico poliziotto di colore e questo talvolta cozza con il machismo bianco dei colleghi. Niente di troppo grave, per Daniel, che regge botta e punta a integrarsi. Un giorno, però, il suo reparto viene incaricato di sgombrare un palazzo occupato in cui vivono 150 famiglie: una è la sua, e suo fratello è fra i membri più attivi nel comitato degli occupanti. Come reagirà il nostro protagonista?


Critica

Dopo un debutto dei più promettenti: il suo primo cortometraggio The Red Forest è stato selezionato al Short Film Corner di Cannes 2013 e il suo film di diploma del Centro Sperimentale di Cinematografia The Legionnaire è stato selezionato per la Settimana della critica di Venezia 2017 e al Karlovy Vary Film Festival 2018 (Future Frames), Hleb Papou aveva di sicuro gli occhi di molti puntati addosso. Un interesse meritato a giudicare dal suo primo lungometraggio Il legionario che, partendo dalla sua propria esperienza di immigrato in Italia, riesce a toccare corde molto sensibili. Il film è in concorso al Locarno Film Festival nella sezione Cineasti del presente.
Hleb Papou ci parla delle difficolta di vivere in una società a volte prepotentemente opposta ad accogliere al suo interno le differenze che suo malgrado già la abitano. Perché Daniel non dovrebbe avere il diritto di indossare la divisa della polizia? Perché, invece di doversi adattare alla violenza, al maschilismo, all’omofobia e al razzismo che sembrano dovere definire un poliziotto, uno vero, non potrebbe invece arricchire la sua squadra con la sua propria esperienza di vita? Lontano dagli stereotipi che (troppo spesso) definiscono i film sull’Italia contemporanea fra idealizzazione e action movies malavitosi, Hleb Papou ci propone un film delicato che sottolinea le ambiguità di una nazione ancora alla ricerca di sè stessa. Cosa ne sarà dell’Italia se non sarà capace di trasformarsi tenendo conto delle centinaia di migliaia di bambini di immigrati che domani la definiranno? Se non avrà il coraggio di fare i conti con le sue contraddizioni, con quelle ferite aperte che la abitano, non ci si può aspettare niente di buono. La complessità che scaturisce dall’incontro di differenti culture è portata allo schermo dal regista in modo autentico attraverso delle immagini spoglie ed efficaci che lasciano spazio all’immaginazione e al questionarsi. Hleb Papou parla di un universo che conosce da vicino, e questo si risente nell’urgenza con cui ci trasmette l’angoscia silenziosa di Daniel e la rabbia accumulata di suo fratello. Un primo film sincero che non lascia certo indifferenti.
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