Il raggio verde - Cineclub Arsenale APS

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IL RAGGIO VERDE

di Eric Rohmer

Durata: 98'
Luogo, Anno: Francia, 1986
Cast: Marie Rivière, Amira Chemakhi, Sylvie Richez, Rosette, Beatrice Romand, Vincent Gauthier


Sinossi

Da lunedì 2 luglio a sabato 4 agosto assistiamo alle peregrinazioni di Delphine, segretaria in un ufficio parigino, che non sa come trascorrere le vacanze estive. Dopo che l'amica con cui aveva programmato la partenza le comunica l'annullamento del progetto la giovane donna passa da una visita al nonno a una psicoterapia di gruppo per poi raggiungere Cherbourg finendo però poi per andarsene cercando di raggiungere la montagna. Ma questa non sarà la sua ultima meta.


Critica

Rohmer, per la prima volta, dà a un suo film il titolo di un romanzo di Jules Verne. Del fenomeno di cui l'autore francese parla nel libro esistono due interpretazioni. Una è di carattere scientifico e spiega che si può vedere un raggio verde al momento del tramonto del sole sul mare a causa della curvatura dell'atmosfera attorno alla superficie terrestre. La seconda afferma che il vedere il raggio verde significa poter anche leggere dentro se stessi e nel cuore della persona amata.

Con Il raggio verde, che ottiene il Leone d'Oro a Venezia, Rohmer realizza la sintesi degli opposti del suo cinema. Ottiene un buon successo di pubblico con un film che ha un budget estremamente ridotto, fa esplicito riferimento a un testo letterario e porta sullo schermo la sua sceneggiatura meno strutturata. Dirà Marie Rivière (la protagonista nei panni di Delphine): "La sceneggiatura è comunque di Rohmer. Noi avevamo un canovaccio di cose ben precise da dire, due o tre punti essenziali per la tenuta del nostro discorso. Ma al di là di questo e comunque all'interno dei limiti posti da questa struttura, noi potevamo improvvisare e soprattutto esprimerci con parole nostre, con la nostra personalità e questo piuttosto liberamente". Con questo metodo si costruisce un personaggio costantemente a disagio nei propri e negli altrui confronti e la sua azione passa attraverso gli incontri (e gli scontri) in cui cerca di sottrarsi a un'omologazione tanto più efficace quanto più apparentemente avvalorata dal buon senso comune.

"Non sono così" ripete spesso. La massificazione, che Rohmer aborre, può esser in questo modo messa a nudo nei suoi processi più alienanti grazie alla rappresentazione del suo rito principe: le vacanze. Qui non ci sono più scampoli di fine stagione come in Pauline alla spiaggia. La massa trionfa e, con essa, di conseguenza tutti gli stereotipi connessi. Le single non sono ancora di moda nel 1986.

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