Il servo - Cineclub Arsenale APS

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IL SERVO

di Joseph Losey

Durata: 115'
Luogo, Anno: GB, 1963
Cast: Dirk Bogarde, Sarah Miles, Wendy Craig, James Fox


Sinossi

Il cameriere di un giovane, ricco ma debole di carattere, fa in modo che il padrone si innamori di una prostituta che presenta come sua sorella. Scoperta la verità l'uomo li caccia, ma poco dopo, solo e infelice, riassume l'uomo. Il cameriere prende sempre più potere su di lui, fino a ridurlo ad una semplice presenza.


Critica

Il servo del grande regista americano Joseph Losey, trasferitosi in Gran Bretagna dopo essere stato messo sulla lista nera durante il Maccartismo. Tratto da un romanzo di Robin Maugham, Il servo segna l'inizio della prolifica collaborazione fra Losey e il celebre commediografo Harold Pinter, maestro del "teatro della minaccia" ed autore della sceneggiatura del film. Protagonista della pellicola è l'attore inglese Dirk Bogarde, che regala un'interpretazione memorabile nel ruolo di Hugo Barrett, l'ambiguo domestico che si introduce nell'elegante dimora londinese del ricco Tony (James Fox), dando vita ad un sottile ed inquietante dramma psicologico.

Tema principale del film è il rapporto fra servo e padrone, che nel corso della storia sfocerà in un progressivo sovvertimento degli ordini sociali, in un sadico gioco di potere nel quale i rispettivi ruoli finiranno inevitabilmente per confondersi. Ma accanto al conflitto fra due diverse classi sociali, quella dei padroni e quella dei servitori (la upper-class e la working-class), l'opera di Losey mette in scena anche un serrato confronto fra due personalità opposte: da una parte Tony, giovane, ingenuo e superficiale, emblema di una borghesia fragile e decadente; dall'altra invece Barrett, più maturo ed astuto nell'imporre il proprio dominio sul suo datore di lavoro. Accanto a questi personaggi principali compaiono due significative figure femminili: Susan (Wendy Craig), l'altezzosa fidanzata di Tony, e Vera (Sarah Miles), una donna sfrontata e volgare che non esita a sedurre il padrone su ordine del sedicente fratello Barrett. Il tono crudo e tagliente dei dialoghi, che portano il timbro inconfondibile dello stile di Pinter, contribuisce in maniera determinante alla riuscita della pellicola, mentre l'atmosfera claustrofobica del dramma (che si svolge quasi interamente nella casa di Tony) è accentuata dalla cupa fotografia di Douglas Slocombe e dalla formidabile regia di Losey.

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