Critica
Ad Hong Kong la guerra infinita tra le triadi e la polizia si gioca su tempi lunghi ed intricati giochi di doppie identità. La mafia cinese arruola ragazzi giovanissimi per farli entrare in accademia già da infiltrati, mentre le forze di polizia spediscono promettenti cadetti sulle strade, con la missione di scalare la gerarchia delle maggiori organizzazioni criminali.
Lau, criminale divenuto ispettore, e Yan, poliziotto sotto copertura arrivato ad essere il braccio destro di un boss locale, si daranno battaglia a distanza in una reciproca caccia alla talpa: tra la vita e la morte, naturalmente, solo un gioco di equilibrio sul filo del rasoio.
Dopo un lustro di brucianti insuccessi, posteriori alla hit The Storm Riders, Andrew Lau torna alle origini con una undercover-story che trova nella semplicità di intenti e in un devastante appeal visivo la propria forza. Regia e sceneggiatura sono frutto della collaborazione con Alan Mak, promettente regista di Hong Kong, a sostegno di un Lau immerso in ciò che apparentemente gli riesce meglio: curare la fotografia.
Il titolo si snoda su ritmi non esasperati, dove l'azione, centellinata, arriva come climax ineluttabile e la tensione serpeggia tra le scene in modo convincente ed efficace. Uno stile visivo veramente potente, che svaria dal metallico degli interni all'ampio respiro di inquadrature mozzafiato sugli esterni, ed un missaggio interessante sono elementi che concorrono a rendere l'opera valida su più fronti, contribuendo a dare profondità e sostegno ad un intreccio fantasioso al limite dell'improbabile ma sempre coinvolgente.
Le caratterizzazioni psicologiche, sostenute da un cast stellare, traballano in un contesto limite ma addirittura reggono: di questi tempi, ad Hong Kong, è una notizia.
I sentieri qui percorsi sono stati ampiamente battuti decadi fa da John Woo ed emuli, ma Infernal Affairs concilia i capisaldi del cinema di Hong Kong dei tempi andati, rendendogli onore, con la necessità di andare oltre, attualizzandone i temi ed evitando di cadere nella trappola dell'abuso da mexican stand-off e bullet rain. Un thriller dalle qualità assolute, dunque, come non se ne vedevano da tempo: Scorsese compra i diritti per il remake, perché intanto non distribuire l'originale?
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