Johnny Guitar - Cineclub Arsenale APS

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JOHNNY GUITAR

di Nicholas Ray

Durata: 110'
Luogo, Anno: USA, 1954
Cast: Sterling Hayden, Joan Crawford, Ernest Borgnine, Dennis Hopper


Sinossi

Stanco della sua errabonda vita di pistolero, Johnny torna dalla sua donna, Vienna, per fermarsi definitivamente. Ma Vienna è piena di guai: non intende cedere alla compagnia ferroviaria il terreno sul quale ha costruito un saloon. Gelosie e interessi mettono in pericolo la sua vita, ma Johnny riprende la pistola e la salva.


Critica

Difficile controllarsi di fronte a Johnny Guitar. Difficile essere lucidi, distaccati, analitici, in una parola: “critici”. Per Johnny Guitar, crediamo, o si nutre una passione smisurata, irrazionale, folle, come tutti gli amori impossibili, o è meglio tacere. E Martin Scorsese è uno di quelli che ha amato questo film, i suoi personaggi, il suo clima irripetibile, i suoi am­bienti particolari, la sua storia fuori dagli schemi. E lo ha amato a tal punto da soffrire nel sapere che i suoi splendidi colori di un tempo stavano andando perduti per sempre. E allora si è messo all’opera e ha fatto realizzare questo splendido restauro che tutti dovrebbero vedere (e accidenti perché tutti parlano del restauro della Cappella Sistina e nessuno di questo capolavoro? Forse che Nick Ray è inferiore a Michelangelo? Ma chi l’ha detto? Ray è uno dei più grandi artisti del nostro secolo e ogni suo film andrebbe studiato e protetto come le più importanti opere d’arte della storia!... e scusate l’enfasi...).

Eppure cineasti come Truffaut e Godard l’hanno adorato. Ma era gente che sapeva che cos’era l’amore al/nel/per il cinema. Johnny Guitar non è un film, è il cinema (lo ha scritto pure Enrico Ghezzi, ma non ci posso far niente, è così...). È cinema allo stato puro. Nient’altro che il cinema. Scrisse Godard: “Ecco qualcosa che esiste solo attraverso il cinema, ecco qualco­sa che sarebbe nullo in un romanzo, sul palcoscenico, in qualsia­si altro posto, ma che sullo schermo diventa fantasticamente bello”. Insomma siamo di fronte a quei film che fanno amare il cinema, e cioè la vita. Che ti fanno venir voglia di vederlo e rivederlo, proprio come la persona amata. Che ad ogni visione ti fanno scoprire aspetti nuovi, elementi che prima avevi trascura­to, nuovi motivi per amare. Ci sono dei film che aiutano a vivere meglio, ad amare meglio. A vedere meglio. Questo è il regalo che Nicholas Ray e la sua troupe ci hanno fatto nel 1954.

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