Critica
Sin dal suo esordio, L’Ora sembrava proprio un quotidiano al contrario: usciva nel pomeriggio, quando già tutti i principali quotidiani erano usciti; nasceva a Palermo, nel profondo sud, lontano dalle redazioni romane o più vicine al potere politico; era un giornale comunista ma aveva avuto un passato di regime, durante il fascismo; raccontava storie, e lo faceva in modo unico. E come si fa con le storie, usava diversi registri, adatti ai temi trattati, alle notizie, ai lettori ma, soprattutto, frutto delle macchine da scrivere poliedriche e ardenti, che animavano la sua redazione. Il tutto orchestrato dal “folle” quanto audace e intuitivo Nisticò. Una delle prime storia che raccontò L’Ora, nel ventennio citato, era quella di un doppio omicidio avvenuto a Borgo Vecchio: una prostituta lasciata in un lago di sangue insieme al suo amante maghrebino. Cronaca nera, dunque. Sicuramente uno dei topic del giornale. Ma mai relegata a cronaca da terza pagina o da trafiletto. Piuttosto, la ricerca costante di collegamenti tra i fatti, di verità, la militanza politica che non è mai asservimento al potere, ma pretesto per mettere in discussione una Palermo degli anni del boom economico e delle connivenze politico-mafiose più spietate. Un impegno civico, culturale, umano, individuale e responsabile. Dalla redazione de L’Ora sono passati intellettuali come Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo, Gesualdo Bufalino, Renato Guttuso, Bruno Caruso, Michele Perriera, Danilo Dolci, ma anche giornalisti e uomini di cultura come Salvo Licata, Franco Nicastro, Piero Violante, Antonio Calabrò, e non ultima Letizia Battaglia, che con le sue foto ha lasciato negli occhi di tutti il senso del lavoro de L’Ora. Il senso di un giornale d’inchiesta e il senso di un impegno antimafia puro che ha portato alla morte di tre suoi cronisti, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro e Giovanni Spampinato. Guardando il documentario e ripercorrendo quegli anni, ci si stupisce. Ci si stupisce di come questa città sia in grado di partorire cose straordinarie e uniche e al contempo cose terribili. E di come queste due cose non si incontrino mai a metà strada. Forse è il prezzo da pagare per avere queste straordinarietà solo nostre. E parlo di quelle incredibilmente belle e uniche come lo furono i cronisti de L’Ora e il giornale stesso.
Eliana Massineo, palermoalcontrario.com