La divina cometa - Cineclub Arsenale APS

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LA DIVINA COMETA

di Mimmo Paladino

Durata: 96'
Luogo, Anno: Italia, 2023
Cast: Toni Servillo, Francesco De Gregori, Alessandro Haber, Sergio Rubini, Nino D'Angelo


Sinossi

Un treno porta a destinazione un attore e una famiglia di senzatetto. Il loro viaggio non è solo la ricerca di una casa ma una messa in scena: l’attore prende le vesti di un Dante che nessuno accompagnerà nella sua discesa all’inferno, la famigliola vaga alla ricerca della casa promessagli. Di volta in volta, un numerologo prova a trovare un senso a tutta questa commedia, a raccontare il viaggio tra i gironi infernali e le grotte del presepe, tra l’arte popolare e quella di ricerca. Il conte Ugolino e Paolo e Francesca raccontano le loro pene tra aneddoti della storia della fotografia e della pittura, tra simboli e parole, tra Pontormo e Glenn Gould. Dante, ammutolito, passa tra guerra, bestemmie e miserie, in un viaggio dentro il tempo e lo spazio della creatività e delle idee più eretiche. La povera famiglia cerca solo un riparo e un tozzo di pane, ma la sua più che una ricerca sembra sempre più un indovinello.


Critica

L'artista Mimmo Paladino, già autore di Quijote, da Cervantes, alla Mostra di Venezia del 2006, lo dichiara nelle note di regia: lo schermo cinematografico, l'inquadratura, per lui è uno spazio non troppo dissimile dalla tela di un pittore. Il processo creativo del filmmaking è analogo a quello delle arti plastiche. "Creare un film è qualcosa di analogo alla scultura ma è come plasmare la luce. Questo è quello che mi ha affascinato. Lavorare con la luce che si materializza, che diventa immagine, movimento, parola, suono". Girato tra Campania e Puglia, La divina cometa va esperito come una successione di quadri, una visita al museo, un'esperienza estetica infarcita di rimandi letterari e filosofici, che attinge alla cultura arcaica campana e in cui riverbera molto il dialetto napoletano. Sovrastata dall'ambizione di evocare mondi molto lontani e rappresentarli collegandoli con suggestioni, provocazioni, accostamenti imprevisti e spiazzanti, illuminati con gusto raffinato da Cesare Accetta. Tra paesaggi naturali - vallate e montagne ripresi dall'alto, una cava di pietra, un bosco - e luoghi stilizzati, riadattati a set - una chiesa e un teatro abbandonati e in macerie, una piazza affollata di barche, borghi senza tempo, - con un linguaggio e un montaggio fin troppo aperti all'interpretazione si snoda un "non racconto" corale, il viaggio incerto e pieno di domande sui meccanismi della creazione. E di un'umanità in cerca di senso e bellezza, che riflette sull'irrilevanza di sé all'interno di un disegno più grande, il creato. Come recita Haber/Teatro "siamo tutti delle stelle comete destinate a sparire, mentre forse chissà dove succedono cose molto più importanti di noi".

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