La memoria degli ultimi - Cineclub Arsenale APS

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LA MEMORIA DEGLI ULTIMI

di Samuele Rossi

Durata: 75'
Luogo, Anno: Italia, 2013
Cast:


Sinossi

La memoria degli ultimi è la storia di un viaggio, emotivo, prima che fisico. Partendo dal difficile contesto odierno del nostro Paese, questo racconto sprofonda nella memoria della Guerra e della Resistenza, attraverso le vite e gli sguardi di sette ex-partigiani combattenti: gli "ultimi" non solo per anagrafica ma anche per riconoscimenti storico/sociali da parte del nostro Paese. Sono loro i protagonisti di un viaggio nel passato e nei luoghi che hanno segnato per sempre il loro animo, pagine di vita vissuta, dolorosamente intima, ma parte di ognuno di noi. Ritratto indiretto, dunque, di un presente tragico e amaro che sembra aver dimenticato le origini della propria Storia e perduto il senso di quei valori, fondamenta del cammino di un popolo.


Critica

Il documentario La Memoria degli Ultimi del giovane regista Samuele Rossi valica quello spazio metafisico e di confine mnemonico, recuperando la consistenza delle voci, dei gesti e dei ricordi di uomini e donne, ex partigiani, nati fra il 1920 e il 1927: gli ultimi testimoni di una generazione che non può scomparire senza lasciare tracce. E proprio sulle tracce dell’appartenenza Samuele Rossi costruisce un racconto corale, lasciando che parole ed emozioni ci conducano nei luoghi della Resistenza per proteggere la verità di ciò che è stato. I corpi segnati dalla lotta e dal tempo, dagli amori spezzati e dai drammi familiari sono le pagine di un diario orale raccontato spontaneamente, davanti alla discrezione del cine-occhio che interviene postumo volgendo per un istante lo sguardo sulla dimenticanza, sull’atroce inconsapevolezza delle nuove generazioni. Attraverso l’intimità del ricordo, il flusso di coscienza che percorre i capitoli del documentario (Prima della guerra, La guerra, Gli anni della Resistenza, La Liberazione) diviene testamento etico che richiama d’urgenza nuovi testimoni, ai quali si affida la sorte di un futuro realmente diverso. Il racconto, costruito egregiamente con la mescolanza di immagini documentarie ed intimi abboccamenti, raggiunge l’apice negli spazi abbandonati della Resistenza che percorriamo lentamente, muovendoci fra boschi e ruderi assieme ai protagonisti. L’esperienza di questi vecchi maestri, che non si sforzano a nascondere le antinomie legate all’esperienza della stessa guerra civile, si riallaccia al peso della nostra responsabilità attuale. L’esercizio d’ascolto e osservazione diventano allora propedeutici alla formazione di una coscienza collettiva nuovamente consapevole dei propri diritti che si discosta dalla retorica dei “grandi comunicatori” contemporanei per recuperare la capacità di giudizio.
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