La notte dei morti viventi - Cineclub Arsenale APS

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LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI

di George A. Romero

Durata: 96'
Luogo, Anno: USA, 1968
Cast: Duane Jones, Judith O'Dea, Russell Streiner, Karl Hardman, Marilyn Eastman, Keith Wayne


Sinossi

Una misteriosa radiazione proveniente da Venere provoca il panico in una cittadina della Pennsylvania: ha infatti l'effetto di far risuscitare i morti non ancora seppelliti. Stragi a volontà.


Critica

La notte dei morti viventi racconta di un'invasione, ma di un'invasione che scaturisce dall'interno di un contesto sociale corrodendo inesorabilmente certezze ed istituzioni. La famiglia è ridotta a nucleo devastato e cannibalesco (...la figlia massacra e divora la madre, il fratello aggredisce la sorella); l'ordine costituito è una casta di potere cieca e spietata che si abbandona ad omicidi gratuiti ai danni, preferibilmente, dei "diversi" (Ben, ultimo scampato all'incubo, è un negro); il gruppo "rappresentativo" di americani in pericolo, invece di unirsi in uno sforzo comune, è frantumato da spinte individualistiche e irrazionali che nell'eccezionalità del momento tendono a sopraffarsi (...Harry chiude fuori della casa Ben che aveva tentato di aiutare i due giovani nell'auto in fiamme, e Ben, rientrato, nella concitazione, lo uccide); la casa è un avamposto assediabile che nasconde tra le sue stesse pareti la minaccia (...dalla cantina emerge la donna con la bambina ormai contaminata e votata alla distruzione); i morti usciti dalle tombe sono simbolo di una resurrezione blasfema, ribelle, apocalittica; i vivi, infine, sono creature destinate a non sapere quando finisce la loro vita e quando comincia la loro morte. Il film è pervaso da un'angoscia indefinibile e disturbante - ancora oggi sorprendentemente avvertibile -, messa in risalto da un secco bianco e nero, dalla presenza di attori dilettanti o semisconosciuti, dalle stesse giovanili incertezze della regia. Le atmosfere agghiaccianti traggono sicuramente spunto dal romanzo "I'm A Legend" di Matheson, ma il discorso di Romero è nuovo e personalissimo. Girato con poco più di 114.000 dollari a Pittsburg, in sei mesi e (si dice) durante i fine settimana liberi della troupe, il film diventa subito un cult (R. Russ e J. Ross, in "Focus on the Horror Film", lo definiscono con una punta di ironia un "cult movie underground") e dà inizio ad una serie di imitazioni e ad un inteminabile filone, prevalentemente horror.

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