Critica
Izi, Tedua, Bresh, Nader, Disme, Guesan, Vaz Tè, Ill Rave e altri. Alcuni raffinati, altri più scanzonati. Tutti liguri. Tutti rapper con un fuoco dentro e una consapevolezza più profonda rispetto ad altri. Sono questi ragazzi attualmente la voce di Genova, fra contraddizioni, difficoltà, miserie, ma anche bellezze e risorse. Dietro di loro si è formata una schiera di giovani che sognano. Sono questi rapper la “Nuova scuola genovese”.
Da Gino Paoli, Luigi Tenco e Fabrizio De André, fino a Tedua e Izi. Assurdo? Non per chi quella prima scuola immortale l’ha creata. «È musica completamente diversa, ma quella voglia di afferrare il domani e la centralità della parola mi ricordano i nostri inizi», ha raccontato l’autore di “Sapore di sale” davanti agli studenti del progetto “Cantautori nelle scuole”. Dall’altra parte i rapper di Zena non si sono mai nascosti: “cresciuti a pane e De André, le nostre rime sono figlie dei vicoli e del mare”. Tutto questo significa qualcosa.
Il percorso di questi giovani artisti non è solo una scalata di classifica, tour di successo o un’impennata da milioni di visualizzazioni su YouTube. Ci sono delle radici culturali forti. Quello di questi ragazzi è un combattere quotidiano, con in mano solo le proprie rime, che è riuscito a ribaltare destini contrari, proprio come hanno fatto i cantautori del passato. Sono affamati come i pugili che vengono dalla strada. Uniti. Amici. Hanno una carica e una voglia di assaltare il futuro, in questo momento, paragonabile a nulla e a nessuno sulla scena musicale cittadina. Il ponte di collegamento fra ciò che è stato e ciò che è, deve per forza partire da Genova perché è nella città della Lanterna che tutto ha avuto inizio.