L'erba di Grace - Cineclub Arsenale APS

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L'ERBA DI GRACE

di Nigel Cole

Durata: 90'
Luogo, Anno: GB, 2000
Cast: Leslie Phillips, Brenda Blethyn, Craig Ferguson, Martin Clunes, Tchéky Karyo


Sinossi

Nella verde, ridente e tranquilla Cornovaglia, una dolce signora si trova a dover affrontare debiti e misfatti del defunto marito. Senza farsi prendere dallo sconforto e senza dimenticare la sua gentilezza tutta di provincia, trova il modo di far fruttare il proprio pollice verde: dagli innesti di orchidee passa alla coltivazione intensiva di marjuana.


Critica

È un film quietamente, seraficamente antiproibizionista, L’erba di Grace, però lo è nella maniera più assoluta. La vita della graziosa Grace (Brenda Blethyn) sarebbe rovinata se la signora, di mezza età e abituata a ignorare le preoccupazioni materiali, non fronteggiasse i problemi economici lasciatile in eredità dal marito riciclandosi da coltivatrice di orchidee in piantatrice di marijuana. E senza cessare minimamente di essere «la migliore ragazza del mondo», frase con cui la definisce il devoto giardiniere Matthew. Un po’ come accadeva per la truffa alla lotteria di Svegliati Ned!, anziché denunciarla i compaesani le fanno da sponda e la proteggono, non dimentichi delle tradizioni locali di Port Liac, antico covo di contrabbandieri e di fuorilegge. La coprono anche i poliziotti, che diventano amichevoli e allegri grazie alla cannabis. Le scene-clou della prima parte del film riguardano l’allestimento della serra e la coltivazione delle piante, culminando nella sequenza in riva al mare di Cornovaglia in cui Grace e Matthew testano personalmente il fumo: prima lei resta perplessa per l’effetto che tarda a farsi sentire, poi è il trionfo e la gioia di scoprire la meravigliosa qualità di ciò che le sue amorevoli cure hanno prodotto. Anche quando è usata impropriamente, l’erba di Grace fa comunque del bene alla gente. Lo si vede nell’episodio (più facilotto, questo) delle due acide zitelle del villaggio che, andate a curiosare nella serra, scambiano l’erba per tè, la bevono in infuso e diventano da un momento all’altro donne felici. L’idea più ispirata poi (o la più censurabile, per chi disapproverà il film) è la scelta di un’interprete straordinaria in un personaggio delizioso sotto ogni punto di vista.

Roberto Nepoti, la Repubblica, 16 dicembre 2000