LUCUS A LUCENDO - A PROPOSITO DI CARLO LEVI - Cineclub Arsenale APS

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LUCUS A LUCENDO - A PROPOSITO DI CARLO LEVI

di Alessandra Lancellotti, Enrico Masi

Durata: 88'
Luogo, Anno: Italia, 2019
Cast: Carlo Ginzburg


Sinossi

Con l’espressione Lucus a non lucendo, «bosco della non luce», Carlo Levi descrive il paesaggio conosciuto durante il suo confino in Basilicata. A distanza di due generazioni, Stefano Levi Della Torre intraprende un viaggio nei luoghi della vita pubblica di Carlo. I compagni di viaggio sono Carlo Ginzburg e Alessandra Lancellotti, che incarna un nuovo discepolo, ruolo che Stefano aveva ricoperto con Carlo. Il documentario è un confronto dialettico che alterna il paesaggio pittorico a quello memoriale, per divenire opera a sé stante in cui uno dei capolavori dell’antropologia italiana, Cristo si è fermato a Eboli, trova una nuova traduzione cinematografica.


Critica

Lungi dall’essere operazione didascalica di restituzione di un profilo umano e artistico pressoché unico, Lucus a lucendo riesplora l’universo di Levi calandosi nei suoi spazi, fisici e mentali, territoriali e materici. Non solo il ritorno nel paesaggio lucano eternato da Levi e che oggi ci appare parimenti bisognoso di una narrazione in grado di connettersi alla sua natura, ma anche – e soprattutto – un viaggio all’interno della sua produzione pittorica segnata dall’impatto con la terra di esilio in patria. A guidare la narrazione il corpo del nipote, Stefano Levi Della Torre, anche lui pittore, che mette in campo la propria presenza per ricostruire la parabola artistica dello zio, dall’incidenza della scuola parigina nella definizione dello stile alla rappresentazione del sud come “mondo d’argilla”. E con lui un altro seguace di Levi, Carlo Ginzburg, incaricato di trasmettere l’opera versatile di una delle voci più importanti del secolo scorso. Attraverso l’utilizzo di materiali d’archivio, immersioni nel colore e riprese contemporanee, Lucus a lucendo riflette sulla capacità di Levi nel far emergere le sopravvivenze arcaiche coperte dal tempo moderno, l’accesso a un repertorio ancestrale mitologico ancora presente e la sua ricodifica nel presente, la divergenza specchiante di un settentrionale capace di tramandare l’esplosione meridionale.

Un film attivo, esperienza visiva e mentale, itinerario sentimentale e meditazione poetica, che non si accomoda nella commemorazione didattica ma, a partire da Levi Della Torre e Ginzburg, dialoga con gli effetti, i frutti, i lasciti dell’opera di Levi, si riscopre nell’oggi non per dovere celebrativo ma per reale aderenza, accompagnando lo spettatore in un viaggio sull’immanenza di una lezione, su un secolo che trova in Levi sintesi e espressione tra le più alte.

Lorenzo Ciofani, cinematografo.it