Mary and Max - Cineclub Arsenale APS

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MARY AND MAX

di Adam Elliot

Durata: 80'
Luogo, Anno: Australia, 2009
Cast:


Sinossi

La storia dell'amicizia "di penna" tra due persone molto diverse tra loro: Mary, uina ragazzina timida e solitaria di otto anni, che vive nella periferia di Melbourne, e Max, e un newyorkese di 44 anni, fortemente obeso.


Critica

Dolente plastilina di inaudito struggimento, e una storia di amicizia storta e (im)perfetta. Quella raccontata dal geniale Adam Elliot è al contempo semplice e complessa, particolarissima e universale nella sua inquietudine spiazzante e nel suo spaesamento quotidiano, nei colori timidi che si sprigionano alla vista poco a poco, così come poco a poco (panni stesi al vento, una scarpa, cartelli scrostati) entriamo nelle vite di Mary e Max, mentre lettere scritte con pennarelli ingombranti o con una macchina da scrivere che scandisce le battute come un cronometro percorrono distanze insperate tra Melbourne e New York e aprono spiragli sulle esistenze dimesse di Mary e Max. Lei (una bambina di otto anni, acuta, imbranata e con una voglia sulla fronte che rende tutto il resto invisibile) e lui (un quarantenne quasi muto e incapace di relazioni sociali, che definire riservato sarebbe un eufemismo) sono due disadattati, il cui racconto si trova ai margini non solo di tutto ciò che li circonda, ma anche delle tipiche fiabe dark di stampo burtoniano perché troppo impregnata di crudele realtà; discostato dall'animazione mainstream perchè le forme sbilenche della stop motion non hanno nulla di intrigante o attraente; diverso da un qualsiasi cartoon tondeggiante alla Wallace & Gromitt perchè dotato anche di un'ironia sottile e dolceamara.
Malinconico e a tratti grottesco oggetto non identificato nel panorama dell'animazione tradizionale (e non), Mary and Max è un corollario coriaceo di emozioni ammaccate, sentimenti fuori sincrono e strade costellate di vicoli ciechi e cartacce; ma soprattutto è carico di un amore incondizionato per i due protagonisti che mette in scena, trasparenti e intollerabili persino e prima di tutto a sè stessi, disperatamente alla ricerca della (di una qualche) normalità, di una integrazione e compenetrazione affettiva in un mondo che gli rivolge solo spinoso distacco e incomprensione sfuggente, (trat)tenendoli lontano dalla luce. 
Eppure, trovano appoggio, per puro caso, l'uno nell'altra: e il film d'anima(zione) prodigiosa, capace di sferzate alleniane e disperazioni feroci alla Sylvain Chomet, narra in maniera straordinaria il loro rapporto delicato e incontaminato fatto di scambi, di rotture (si bruciano ricordi cartacei e si strappano lettera dalla macchina da scrivere) ma anche di gesti talmente ovvi e innocenti da avere un impatto emotivo prorompente (il dono delle lacrime è una delle scene più belle mai viste in una pellicola d'animazione). In una corrispondenza tenera e buffa, struggente e infantile, Mary e Max scopriranno che l'unico vero mezzo per trovare un posto nell'assurdo mondo che (non) abitano non è un manualetto illustrato o la copertura di una voglia, ma l'incontro profondo tra due anime, così accecante da superare la vita e la morte e da poter portare per un istante miliardi di stelle sulla terra.

Fiaba Di Martino, Mymovies.it