Nome di battaglia donna - Cineclub Arsenale APS

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NOME DI BATTAGLIA DONNA

di Daniele Segre

Durata: 60'
Luogo, Anno: ITA 2016
Cast: Marisa Ombra, Carmen Nanotti, Carla Dappiano, Gisella Giambone, Enrica Morbello Core, Maria Airaudo, Rosi Marino, Maddalena Brunero


Sinossi

Storia corale delle voci di quelle donne che hanno fatto la Resistenza in Piemonte che si raccontano, illuminando difficoltà e impegno di una stagione decisiva per la nostra storia, trasmettendoci preziose informazioni, ritratti di un'epoca, passione, perdite e lutti così come conquiste e crescite. Nel novembre 1943 sono nati i "Gruppi di difesa della donna per l'assistenza ai combattenti per la libertà"; questi gruppi promossero numerose manifestazioni per rivendicare la pace in città e nei comuni della provincia. Le donne raccoglievano indumenti per i partigiani, confezionavano bandiere e bracciali, le anziane facevano calze di lana e maglie, le più giovani facevano le gappiste in città, le staffette o imbracciavano le armi per liberare l'Italia dai nazisti e dai fascisti.


Critica

Marisa Ombra, Carmen Nanotti, Carla Dappiano, Gisella Giambone, Enrica Core, Maria Airaudo, Rosi Marino e Maddalena Brunero. Otto donne, otto eroine, senza clamore. C’è chi, ricorda, mal digeriva di essere appellata “difesa” e “assistenza” alla Resistenza degli uomini, dei partigiani, quando nel novembre 1943 nacquero i “Gruppi di difesa della donna per l'assistenza ai combattenti per la libertà”.C’è chi ricorda l’orrore dei nazifascisti, le perdite da digerire, che di elaborare il lutto manco si parlava, non c’era tempo né modo. Ma in tutte queste donne che hanno fatto – sì, anche loro come gli uomini - la Resistenza in Piemonte è unanime il lascito, non il mero ricordo, del loro impegno per la libertà e la giustizia: una voce corale travasata sullo schermo da Daniele Segre, documentarista di lungo corso e provato valore, con – bellissimo titolo – Nome di battaglia donna.Non è, quello di Segre, solo “un atto di gratitudine verso chi ci ha permesso di vivere in libertà e in democrazia”, perché nel dare accoglienza audiovisiva a queste donne che raccoglievano indumenti per i partigiani; confezionavano bandiere, calze e maglie; facevano, le più giovani, le gappiste in città, le staffette o, poche, le guerrigliere colma una grave, e colpevole, mancanza: come lamenta esplicitamente una delle otto donne, la pubblicistica, i materiali sulla Resistenza hanno eluso ed eliso il loro ruolo attivo nell’opposizione al nazifascismo tra il 1943 e il 1945. In Piemonte come in tutta Italia.Inframmezzati da brevissimi inserti d’archivio e paesaggistici, questi ritratti ridanno, dunque, alla Resistenza il proprio genere: femminile, plurale.

- cinematografo.it