Non cadrA' piU' la neve - Cineclub Arsenale APS

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NON CADRA' PIU' LA NEVE

di Malgorzata Szumowska e Michał Englert

Durata: 113'
Luogo, Anno: Polonia, 2021
Cast: Alec Utgoff, Weronika Rosati, Agata Kulesza


Sinossi

Zhenia conosce tutte le lingue, soprattutto quella del corpo. Massaggiatore venuto dall’Est, si ‘guadagna’ il permesso di esercitare la sua professione a Varsavia. I suoi clienti vivono tutti in un complesso residenziale impersonale, dove case, cani e affanni si somigliano. Incantatore di uomini e animali (domestici), Zhenia scioglie i nodi e poi svanisce come la neve. L’ultima, prima che il riscaldamento globale divori l’inverno del nostro scontento.


Critica

Ci sono film che non si lasciano afferrare, che svolgono racconti sospesi, sollevano domande, producono incertezza e nessuna risposta definitiva. Non cadrà più la neve partecipa a quell’indeterminatezza, volgendo uno sguardo corrosivo sulla Polonia trent’anni dopo la caduta del comunismo. Al cuore della storia un misterioso personaggio, sopravvissuto al disastro di Chernobyl e dotato di un’energia ‘radiante’. Zhenia (Oleh Yutgof) mette la sua straordinaria abilità al servizio degli altri, esibendo le loro ansie, portando a consapevolezza il malessere e ridefinendo il loro posto nel mondo. Un mondo che lascerà con un ‘prestigio’. A immagine di Jacek (Un’altra vita-Mug), il nuovo protagonista di Malgorzata Szumowska tende uno specchio a chi lo circonda, rispecchiando la loro xenofobia, le loro miserie, i loro pensieri irrazionali. Zhenia è un ucraino emigrato in Polonia, il motore economico e ideale di un paese che gira a vuoto. La spiritualità spiccata e l’evidente prestanza ne fanno una sorgente di ispirazione e un oggetto di desiderio (o di lusso) per le anime perdute di una comunità ripiegata su se stessa. Non cadrà più la neve è un film magico e visivamente ispirato ficcato in un angolo di Varsavia, una riflessione sull’individuo e la società, il corpo e lo spirito, che conferma la solida reputazione dell’autrice e la sofisticazione estrema del suo approccio. A rafforzarsi sono anche i toni atoni e un catalogo di tic del cinema d’autore che ‘raffreddano’ quel calore umano che il protagonista cerca dietro alla vernice borghese. I suoi soggetti, differenti tra loro, sono sempre storie di solitudine. Una solitudine ‘trattata’ senza giudizio e concentrata sulla complessità delle relazioni umane.

Marzia Gandolfi, mymovies.it