Qualcuno volò sul nido del cuculo - Cineclub Arsenale APS

loading...

QUALCUNO VOLò SUL NIDO DEL CUCULO

di Milos Forman

Durata: 128'
Luogo, Anno: USA, 1975
Cast: Jack Nicholson, Danny De Vito, Christopher Lloyd


Sinossi

In un ospedale psichiatrico tutto ordine e pulizia arriva un giorno il giovane Randle P. McMurphy, che, condannato per reati di violenza, spera, spacciandosi per matto, di sottrarsi al carcere: ai medici il compito di scoprire se sia o meno un simulatore. La sua comparsa, intanto, porta lo scompiglio in quel chiuso ambiente di repressione mascherata, di intransigente disciplina imposta e mantenuta da una ferrea capo-infermiera, la signorina Ratched. L'allegro McMurphy volge in burla le sedute psicanalitiche di gruppo, si improvvisa radiocronista di immaginarie partite di baseball, organizza una "scappatella" in barca coi suoi compagni, impianta una squadra di basket. Più i ricoverati, però, gli stringono fiduciosi intorno, contagiati dal suo spirito di disubbidienza, più la Ratched stringe la vite del sistema repressivo. Forte dell'amicizia di un gigantesco indiano, che si era finto sordomuto, McMurphy decide di fuggire con lui. Prima, però, regala agli amici una festicciola notturna, con due ragazze fatte entrare clandestinamente. La Ratched scopre uno dei ricoverati, il mite Jimmy, tra le braccia di una di loro: lo terrorizza, facendo leva sul suo complesso di colpa, e il giovane si uccide. McMurphy, infuriato, salta al collo della capo-infermiera e quasi la strozza. Condotto in sala operatoria e sottoposto a lobotomia, McMurphy diventa una larva d'uomo che l'indiano, prima di evadere, soffoca pietosamente con un cuscino.


Critica

La libertà.

Una parola piena di significati, un valore incalcolabilmente grande per cui molti uomini e donne hanno combattuto, spesso spingendosi fino alla morte. Forse la libertà è un sogno, un'utopia ma vale la pena vivere per essa.

Qualcuno volò sul nido del cuculo, tratto dal best-seller di Ken Kesey, è un film sulla libertà, un'allegoria sulla nostra civiltà e sull'essere umano. Temi fortissimi che Milos Forman tratta con grande ironia e drammaticità allo stesso tempo.

Il film ha come protagonista un teppistello, di nome Randle P. McMurphy (un meraviglioso Jack Nicholson), che fa il suo ingresso nel manicomio di stato dell'Oregon, spacciandosi per matto, per evitare la galera. Il suo arrivo cambierà la vita dei pazienti dell'ospedale, i famosissimi "picchiatelli": il silenzioso Grande Capo (Will Sampson), il timido Billy Bibbit (Brad Dourif), la "testa calda" Taber (Christopher Lloyd), e ancora il riservato Harding, il tenero Cheswick, Fredrickson, Bancini e il divertentissimo Martini. McMurphy sconvolgerà le loro vite, facendo loro riscoprire la voglia di vivere ma creando anche un grosso attrito con la perfida infermiera Miss Ratched (la bravissima Louise Fletcher).

Randle li farà giocare a basket, li porterà a pescare, renderà ridicole le sedute psicanalitiche di gruppo e li indurrà a sognare una seconda opportunità, come nella civiltà odierna, per persone che sono state al manicomio, spesso non capita.

Il film si divide in due parti: nella prima, con l'arrivo di McMurphy, l'atmosfera è frizzante, divertente, spassosa e la ribellione dei "picchiatelli" coinvolge lo spettatore con grande leggerezza.

Nella seconda parte la tensione cresce gradualmente e il senso di morte e di disumanità, legato al suicidio di Billy e alla lobotomia di Randle, penetra il film in profondità esaltandone tutta la sua drammaticità.

Randle, con il suo coraggio e la sua voglia di vivere, viene ridotto a essere un vegetale, un rifiuto umano, solo perché voleva la libertà. Il regista Forman rappresenta così la nostra civiltà, dove non si distingue più fra il sano e il malato, dove il manicomio è una prigione in cui gli esseri umani vengono privati della loro anima e della loro voglia di vivere, dove la libertà viene uccisa o ridotta al silenzio.

La scena finale con la fuga verso la libertà del Grande Capo, preceduta dalla morte di Randle, e l'urlo di Taber squarcia lo schermo, rempie i nostri cuori di speranza.

Vincitore dei 5 premi Oscar più importanti (miglior film, regia, attore e attrice protagonisti, sceneggiatura), Qualcuno volò sul nido del cuculo è uno dei più grandi capolavori della storia del cinema, e un inno alla libertà e alla vita: per essa vale la pena lottare, combattere e morire come è sempre stato, come sempre sarà in questo mondo.

Davide Piasentini, Movieplayer.it