Ride - Cineclub Arsenale APS

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RIDE

di Valerio Mastandrea

Durata: 95'
Luogo, Anno: Italia, 2018
Cast: Chiara Martegiani, Arturo Marchetti, Renato Carpentieri, Stefano Dionisi


Sinossi

Carolina è vedova da una settimana e non riesce a piangere. Seduta sul divano, assorta in cucina, in piedi alla finestra, scava alla ricerca delle lacrime che tutti si aspettano da lei. Anche Bruno, il figlio di pochi anni che sul terrazzo di casa 'mette in scena' i funerali del genitore. Nessuno, nemmeno il padre e il fratello di Mario Secondari, giovane operaio morto in fabbrica, sembra riuscire a fare i conti col lutto. Tra un occhio nero e una nuvola carica di pioggia, Carolina farà i conti con l'assenza.


Critica

“Ride” non è tanto un film dichiarato sulla perdita, ma è un “film alter ego”, un film intero che si muove come un Mastandrea così curioso di ciò che guarda, così diroccato e timido nei sentimenti dimessi. Partendo dalla sua protagonista mascolina che sembra racchiudere tutte le idiosincrasie e gli atteggiamenti del regista e con uno sguardo curioso puntato su tutto, dall’infanzia di suo figlio stordito dagli eventi che lotta per una ragazza disposta a fidanzarsi con lui solo dopo che egli diventati famoso davanti alla televisione durante la cerimonia funebre di suo padre, dagli amici di quest’ultimo intelligenti e affettuosi, dalla tragicommedia delle esistenze che si presenteranno alla porta della vedova a distanze di poche ore l’una dall’altra, e dal patetismo di alcuni momenti che svelano la finzione e la sfortuna di quasi tutte le opere prime ma che sono anche segno di estrema bontà, Mastandrea non si fa assolutamente scrupolo di spogliarsi e affermarsi dietro la macchina da presa. E’ qui che c’è Mastandrea più di tutto in “Ride”, nella voglia di guardare ai dettagli, alle stranezze, alla postura di un mondo come alla postura della sua protagonista. Non è un caso che Mastandrea racchiuda il suo film quasi del tutto dentro le mura di una casa che sembra appartenergli, appartenerci. Perché prima di tutto per lui conta lo sguardo familiare, il nostro e il suo modo di vedere un anfratto di vita, a lui interessa empatizzare con il suo materiale e farci empatizzare fin da subito con i suoi personaggi e con la loro carica emotiva.

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