Ritrovarsi a Tokyo - Cineclub Arsenale APS

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RITROVARSI A TOKYO

di Guillaume Senez

Durata: 98'
Luogo, Anno: Francia, Belgio, Giappone, USA, 2025
Cast: Romain Duris, Judith Chemla, Shungiku Uchida, Yumi Narita, Patrick Descamps


Sinossi

Il film ha per protagonista Jay, che ogni giorno percorre Tokyo in lungo e in largo a bordo del suo taxi, sperando di ritrovare sua figlia Lily. Il matrimonio con una donna giapponese è infatti naufragato anni prima, ma in Giappone la legge non prevede l’affido congiunto: l’unica possibilità che ha Jay di rivedere la figlia è incontrarla per caso in una grande metropoli. Quando ha perso ormai le speranze e sta per tornare in Francia, il destino sembra finalmente offrirgli un’occasione straordinaria…

In programmazione

Critica

Servito da una sceneggiatura molto efficace fatta di piccole cose che portano a questo incontro impossibile, e seguendo il percorso chiaro-scuro verso una risoluzione tanto luminosa quanto condannata fin dall’inizio, Ritrovarsi a Tokyo esplora sia l'ossessione di un padre che l'inconciliabile alterità di uno straniero. Nel suo desiderio di adattarsi, Jay ha dimenticato se stesso, così come è stato cancellato dalla memoria di sua figlia. L'incontro con Jessica, una sorta di specchio rovesciato del padre che era un tempo, gli restituisce gradualmente la grinta, come se le cuciture dell'abito che si era imposto di indossare stessero gradualmente cedendo. Ancora una volta, Guillaume Senez racconta la storia di un uomo che trova la sua salvezza attraverso la grazia di personaggi femminili che lo elevano e lo aiutano a recuperare la vista. Filma il Giappone, il riluttante paese ospite del suo eroe danneggiato, senza feticismo. Jay ha fatto di tutto per integrarsi nella massa e, sebbene sia quasi più giapponese di un giapponese, rimane un emarginato. È rifiutato dalla sua ex moglie, e quindi dalla sua famiglia, così come dal corpo sociale che ha cercato di integrare. Ma questo fallimento è trafitto da una luce che diventa sempre più intensa man mano che il film avanza, quando la notte lascia il posto al giorno e Lily (Mei Cirne-Masuki), la bambina sottratta, prende il suo posto nella narrazione. E, temporaneamente, un barlume di speranza e un soffio di vita filtrano attraverso tutte le costrizioni e le riserve, aiutati dalla messa in scena del film, da una fotografia sottile e da una colonna sonora originale che osa essere lirica quanto basta per assecondare le scintille che si riaccendono in Jay.
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