Segreti nella nebbia - Cineclub Arsenale APS

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SEGRETI NELLA NEBBIA

di Hlynur Palmason

Durata: 109'
Luogo, Anno: Islanda, Danimarca,2021
Cast: Ingvar Eggert Sigurðsson, Ída Mekkín Hlynsdóttir, Hilmir Snær Guðnason


Sinossi

Ingimundur è un poliziotto di mezza età che vive in un paesino islandese. La morte della moglie in un incidente lo destabilizza all'improvviso, lasciando l'uomo a elaborare il lutto come meglio può: concentrandosi sulla costruzione di una casa e soprattutto sulla cura della nipotina di otto anni Salka. Sotto la superficie, però, ribolle un istinto che nessuna forma di terapia può tenere a bada. "Investigando" il passato della moglie, Ingimundur scopre tracce di infedeltà e risale all'identità dell'amante. L'ossessione diventa così una nebbia fitta in cui è impossibile orientarsi.


Critica

È un ritorno a casa per il regista, che aveva ambientato l'esordio Winter brothers in Danimarca, e che con A White, White day realizza una delle opere più significative del cinema recente del suo paese: pienamente immersa nella cultura e nel paesaggio ma con aspirazioni che vanno ben oltre il pittoresco. Sorretto da un'interpretazione stupefacente del veterano Ingvar Sigurdsson, per il quale il ruolo è stato pensato e scritto, il film è criptico, ambiguo e spigoloso tanto quanto le immagini dell'Islanda più rurale sono dirette, piene e profonde. Un'opera di contrasti in cui l'amore si scioglie nell'odio, o forse viceversa. In cui il lento e meticoloso "character study" di Ingimundur - scandito dalle stagioni - si abbina a uno stile registico ricco di sorprese, che sa soffermarsi sui piccoli dettagli fino a renderli minacciosi, e abbracciare anche un simbolismo su più larga scala. Lo si direbbe un neo-noir dai sottili equilibri psicologici, in cui invece di offuscare si posiziona il rimosso in bella vista (sono tante le composizioni "inquadrate" e messe in prospettiva da Palmason attraverso le finestre, a riprova che da quella luce che confonde nebbia e giorno non si può scappare) e si entra sotto la pelle di un uomo burbero per scoprirne la morbidezza emotiva. Nel fare i conti con il suo lutto, il protagonista deve abbandonare una certa tendenza al controllo manipolatorio sulla figura femminile, che gli confonde i riferimenti di moglie, figlia e nipote. Alla fine, l'unico controllo possibile è quello sulla memoria: dimenticando la rabbia e il dubbio, si scopre qualcosa di singolare e spiazzante bellezza.

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