SEMIDEI - Cineclub Arsenale APS

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SEMIDEI

di Fabio Mollo, Alessandra Cataleta

Durata: 94'
Luogo, Anno: Italia, 2023
Cast:


Sinossi

Ci sono un quando, un dove, un chi e un come: il 16 agosto 1972, a 300 metri dal litorale di Riace Marina, in provincia di Reggio Calabria, a 8 metri di profondità nel Mar Jonio, vengono ritrovati due statue ascrivibili alla storia della Grecia classica; a segnalarne la presenza alle forze dell'ordine è un sub dilettante romano, Stefano Mariottini, in vacanza presso degli amici del luogo; i Carabinieri si occupano del ripescaggio delle statue, che vengono mandate all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze ed esposte per la prima volta al pubblico nel 1981, tornando quindi in Calabria per essere collocate definitivamente nel Museo Archeologico di Reggio. Ma ci sono altri quando, dove, chi e come: le statue sono soltanto due? Che fine hanno fatto lance e scudi? È stato per primo Mariottini a ritrovarli? In che città devono essere ospitate? La Calabria è i Bronzi di Riace, i Bronzi di Riace sono la Calabria.


Critica

Semidei, il doc di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta, prodotto da Palomar con il sostegno della Calabria Film Commission, presentato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia all'interno delle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori, fa avanti e indietro su questo itinerario - la Statale 106, la strada della morte, la strada della sopravvivenza. Su e giù da Reggio e Riace, dalla sala anti-sismica e climatizzata dove ora stanno i Bronzi alla spiaggia dorata e sabbiosa davanti alla quale sono stati per circa un millennio e mezzo; ma anche prima e dopo, dall'esposizione del giugno-luglio 1981 al Quirinale fortemente voluta da Pertini al loro arrivo al museo reggino; e poi a lato, il Quinto Centro Siderurgico a Gioia Tauro, i Moti di Reggio Calabria, i campi rom della Piana, la Seconda Guerra di 'ndrangheta, i morti di Cutro, i profughi ucraini. Forse è tutto già contenuto nella citazione iniziale che i due registi inseriscono dopo i titoli di testa - "L'immagine spesso ha più memoria e più avvenire di colui che la guarda" di Georges Didi-Huberman. A cui seguono le sequenze di un vitalismo abbacinante de I dimenticati, breve documentario firmato da Vittorio De Seta nel 1959 su Alessandria del Carretto, infinitesimale paese dell'Alto Jonio cosentino.

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