Sezione Femminile - Cineclub Arsenale APS

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SEZIONE FEMMINILE

di Eugenio Melloni

Durata: 82'
Luogo, Anno: Italia, 2018
Cast:


Sinossi

Il film nasce da un laboratorio di cinema tenutosi all'interno di un carcere femminile, vicino a Bologna. Le condizioni della detenzione non sono oggetto di giudizio, piuttosto l'opera indaga e inscena alcune problematiche legate alla prigionia


Critica

Il film di Eugenio Melloni lavora in questo senso, escludendo i modelli narrativi tradizionali in favore di una stratificazione di diversi elementi su diversi piani e dimensioni. C'è un'attrice che recita, c'è uno schermo nello schermo, ci sono altre porte da varcare anche una volta entrati in prigione: c'è un cambiamento da raggiungere e un adattamento da sperimentare, nel tempo, come racconta un altro luogo al centro del film, l'antico ospedale Sant'Anna di Ferrara, poi divenuto conservatorio e poi ancora auditorium. In esso le diverse epoche e i diversi usi si sono stratificati, divenendo racconto. Anche le detenute e le volontarie della casa circondariale hanno un passato incancellabile, un presente in attesa e un futuro che porterà le tracce di entrambi e il film mette in scena le tre temporalità: la nuova arrivata, Denise, è infatti il tramite per la presentazione di alcune detenute, cui fa da Virgilio la figura, giunta a fine pena, di Amanda. Ma forse il dialogo tra Amanda e Denise è solo una fantasia, una "proiezione", un'idea della mente e un'idea di cinema. L'operazione registica di stilizzazione è misurata e efficace: il carcere non è fotografato come un tutto, la visione d'insieme è impossibile; lo si narra per ritagli, visioni parziali, testimonianze di una soggettività che resiste e anzi forse si esaspera e a volte tormenta. Allo stesso modo, la prigione, nel film di Melloni, non è tutta grigia, ha una sua luce particolare, crepuscolare: vista come momento di passaggio, di cambiamento necessario, la reclusione diventa un racconto possibile. La lettera di una detenuta alla figlia, scritta con la collaborazione delle compagne riunitesi attorno ad un tavolo per un vero e proprio brainstorming, è metafora del film stesso, nato da un approccio laboratoriale e inviato all'esterno col tono sentito, ragionato e creativo di una missiva collettiva, consegnata al mondo per mano di un regista.

Marianna Cappi, Mymovies.it