Suspiria - Cineclub Arsenale APS

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SUSPIRIA

di Dario Argento

Durata: 97'
Luogo, Anno: Italia, 1977
Cast: Jessica Harper, Stefania Casini, Flavio Bucci, Miguel Bosé, Barbara Magnolfi, Alida Valli
Copia restaurata da QMI/Stardust


Sinossi

Attendiamo il remake che ne sta realizzando Luca Guadagnino, sotto buoni auspici: un regista che ha girato film d'insolito fascino scenografico si confronta con un'opera dove scenografie, tendaggi, specchi, cunicoli e fatiscenti volumi vuoti sono i veri protagonisti. Primo film horror di Argento, Suspiria è "puro design della paura" (Roberto Pugliese). Una ragazza americana giunge a Friburgo per studiare danza, ma l'Accademia si rivela antro delle streghe, di riti occulti e di morti orribili. Il gotico si fa formicolante, in senso proprio: si accentua qui l'ossessione dell'autore per gli insetti. Titolo tratto dal Suspiria de profundis di Thomas De Quincey.


Critica

Sono passati ormai 40 anni da quell’1 febbraio 1977 in cui Dario Argento lasciò l’ennesima indelebile traccia nel cinema con Suspiria, primo film della cosiddetta trilogia delle tre madri, proseguita poi con Inferno (1980) e La terza madre (2007). Con questa memorabile pellicola, il maestro del brivido italiano devia dalle atmosfere prettamente gialle dei suoi precedenti capolavori (L’uccello dalle piume di cristallo e Profondo rosso su tutti) per abbracciare tematiche decisamente più fantastiche e soprannaturali, sulle quali sarà incentrata, con fortune alterne, tutta la seconda parte della sua carriera. Dario Argento ha tratto l’ispirazione per Suspiria dalla lettura del romanzo gotico Suspiria De Profundis di Thomas de Quincey, che ha influenzato il regista e la compagna di allora Daria Nicolodi nella stesura della sceneggiatura. Per celebrare al meglio il quarantesimo anniversario della pellicola di Dario Argento, Suspiria torna in un’edizione completamente restaurata dalla TLEFilm Restoration & Preservation Services.

Sarebbe riduttivo definire Suspiria un semplice film di genere, nello specifico l’horror fantastico. Suspiria è infatti il lavoro più raffinato e registicamente ambizioso della carriera di Dario Argento, la perfetta fusione fra il mondo delle fiabe che ha influenzato la crescita di ognuno di noi e le atmosfere torbide e inquietanti tipiche del grande cineasta italiano. La prima cosa che balza anche all’occhio dello spettatore meno attento è la sublime fotografia curata da Luciano Tovoli, che grazie allo strepitoso utilizzo di colori accesi e dominanti (in particolare, ovviamente, il rosso sangue) e a deliziosi giochi di luce e ombra riesce nel duplice intento di creare il necessario clima di costante suspense e le surreali atmosfere su cui è imperniato il racconto. Con il dichiarato obiettivo di non inserire nel film due inquadrature uguali, Dario Argento ne realizza poco meno di 1300, dedicando a ognuna di loro un’attenzione totale e una maniacale cura del dettaglio, e riuscendo così a sopperire con la sua maestria dietro alla macchina da presa a un budget non elevato. Il risultato è una pellicola ancora oggi sbalorditiva e profondamente disturbante, che, pur contando su alcune sequenze da antologia (su tutte quella della morte di un personaggio sbranato da un cane e quella, più sottile, in cui nell’ombra si intravede un’oscura e inquietante presenza), basa la propria forza sul non detto e il non esplicitamente mostrato, puntando decisamente sull’orrore più spaventoso di tutti, ovvero quello partorito dalla nostra mente.

Marco Paiano, Cinematographe.it