The Birth of a Nation - Il risveglio di un popolo - Cineclub Arsenale APS

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THE BIRTH OF A NATION - IL RISVEGLIO DI UN POPOLO

di Nate Parker

Durata: 110'
Luogo, Anno: USA, 2016
Cast: Nate Parker, Armie Hammer, Aja Naomi King


Sinossi

Ambientato in Virginia nel 1831, il film racconta di Nat Turner, uno schiavo istruito il cui padrone in difficoltà economiche, Samuel Turner, sfrutta la sua abilità come predicatore per sottomettere gli schiavi ribelli. Dopo esser stato testimone di innumerevoli atrocità, Nat escogita un piano per condurre la sua gente alla libertà.


Critica

Nat Turner è uno schiavo della Virginia con delle capacità che lo rendono subito diverso dai suoi compagni. In grado di leggere, viene preso in casa dalla sua padrona per essere istruito sulla Bibbia ma sfortunatamente dovrà tornare a lavorare nei campi dopo la morte del padrone della piantagione. Una volta cresciuto mette in pratica la sua conoscenza religiosa e diventa un pastore tra gli schiavi, una guida spirituale non solo della casa in cui lavora ma anche delle tenute nei dintorni. Le violenze intorno a lui, quelle su sua moglie e quelle su sconosciuti lo porteranno però ad un gesto rivoluzionario che sconvolgerà lo stato intero. “The Birth of a Nation” è oggettivamente uno tra i film più forti dedicati alla tematica della schiavitù. Negli ultimi anni sono molte le pellicole di successo che hanno ottenuto ottimi consensi di critica e di pubblico, “12 Anni Schiavo” o “Django Unchained“, con i quali questo film condivide molti archetipi del genere. Non mancano le frustate, non manca la storia d’amore sofferta ed ingiusta tra schiavi, come non manca la speranza e il coraggio che porta a commettere gesti provocatori, tuttavia ciò quello che lo rende unico è sicuramente la sensibilità con qui è trattato l’argomento. Il ritmo lento e calibrato che caratterizza la prima parte costruisce la tensione, accumula atti di violenza che prima o poi trovano le loro conseguenze. Nella prima ora e mezza il dialogo è ridotto al minimo ma basta ad esprimere l’intensità e i sentimenti dei protagonisti, trascinando lo spettatore in un turbine di emozioni. La lentezza delle scene non è noiosa, anzi è fondamentale per assorbire e capire tutte le atrocità alle quali i protagonisti assistono. Tutta questa sofferenza comincia ad accumularsi nella parte centrale del film, senza eccedere, intervallata da scene dolci e profonde nelle quali gli interpreti esprimono tutta la loro abilità espressiva. E’ nelle ultime scene che il ritmo accelera: si perde la dolcezza e i momenti violenti della prima parte esplodono. La pressione che conteneva le azioni dei protagonisti cede e il film si lascia andare in un susseguirsi (anche eccessivo) di scene crude e di forte impatto visivo. Il tutto culmina in una battaglia finale da brividi, magistralmente ripresa ed accompagnata da una musica che impressiona e scuote la sala, dando finalmente sfogo alla tensione accumulata. Non ci sono difetti evidenti in “The Birth of a Nation”, anzi, dal punto di vista cinematografico è un esempio di equilibrio. La colonna sonora è emozionante ed intensa, sia i pezzi originali sia quelli ri-interpretati non solo accompagnano le immagini, gli danno forza e sostituiscono i dialoghi. La fotografia è altrettanto eccellente: quasi come un quadro di Caravaggio i protagonisti sono sporchi e allo stesso tempo illuminati da una luce intensa che traspare da spiragli e fa contrasto con ombre molto presenti. Gli interpreti sono azzeccati, interessante è soprattutto il lavoro di Armie Hammer (Samuel Turner), il ritratto dell’ambiguità umana, della sottomissione alla società che logora la personalità individuale. Nate Parker invece veste il ruolo del protagonista ma anche del più debole dei personaggi. Il suo cambi repentino da una personalità ad un’altra è troppo azzardato e, sebbene sia giustificato da una scena particolarmente intensa, non basta a farci abituare a questa nuova visione del personaggio. La sua violenza stona nella seconda parte, troppo diversa dalla dolcezza e dalla forza etica che ostenta invece nella prima ora di film. “The Birth of a Nation” è un’opera che può ambire a grandi riconoscimenti: la storia profondamente attuale ed intensa è girata con il giusto ritmo e forte intensità. La lentezza in un primo momento può stancare tuttavia la parte finale basta a ripagare i momenti più calmi nella prima. Peccato per un finale troppo protratto che sarebbe stato sicuramente più incisivo se concluso nel punto di massima intensità.

Alice De Falco, Darumaview