The universe of Keith Haring - Cineclub Arsenale APS

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THE UNIVERSE OF KEITH HARING

di Christina Clausen

Durata: 90'
Luogo, Anno: Francia, 2008
Cast: Fab 5 Freddy, Jeffrey Deitch, Julia Gruen


Sinossi

Nel suo documentario Christina Clausen ha cercato di celebrare la vita, breve ma intensa, di Keith Haring, morto di AIDS a New York, il 16 febbraio 1990, a soli 31 anni. Appena un anno prima di morire, Haring aveva contattato John Gruen, un famoso giornalista e biografo e gli aveva chiesto di raccontare la sua vita. Servendosi delle interviste audio e video dell'epoca, delle parole che avevano usato per lui e per la sua arte amici e familiari, Christina Clausen cerca di ritrarre un uomo in grado di raggiungere fama e successo nell'arco di un decennio, capace con i suoi quadri e i suoi graffiti di comunicare al mondo la sua visione dell'arte che doveva essere qualcosa di accessibile a tutti.


Critica

Keith Haring è stato l'artista più prolifico del XX secolo nonché il più accessibile al popolo. "Mi è sempre più chiaro che l'arte non è un'attività elitaria riservata all'apprezzamento di pochi" diceva. "L'arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare". Parole che hanno contraddistinto tutta la sua carriera, dai primi anni estremamente creativi vissuti con pochi mezzi per le strade di New York al grande successo ottenuto su scala mondiale. Di Haring conosciamo già l'opera (le sue sagome stilizzate sono diventate celebri quando il marchio della coca cola) ma Christina Clausen ce la mostra dal dietro le quinte, confezionando un documentario in cui la storia di uno dei maggiori rappresentanti della pop art è raccontata attraverso i ricordi di familiari e amici. Tony Shafrazi, Carlo McCormick, Kenny Schart, David LaChapelle e Yoko Ono ci introducono nell'Universo di Keith Haring. Vedere il documentario è come partecipare a una mostra dove viene ripercorsa tutta la vita raffigurata attraverso immagini di repertorio in cui un giovanissimo Keith si raccontava alla macchina da presa. Dall'insieme delle clip emerge la passione del giovane artista per i graffiti - espressione d'arte per il popolo per eccellenza - e per la musica con la quale amava confrontarsi mentre dipingeva. Il lavoro della Clausen non si ferma all'analisi delle creazioni di Haring o alla narrazione della sua vita privata, ma racconta anche una scena artistica, quella newyorkese degli anni '80, e di come i primi successi in termini economici cambiarono per sempre i meccanismi creativi degli artisti. Sebbene Haring fosse stato esortato a dipingere di meno per preservare il suo "marchio", lottò fino all'ultimo per mantenere la propria libertà e dare sfogo alla sua vena creativa, che si esaurì fin troppo presto nel febbraio del 1990. Esauriente dal punto di vista documentaristico e commovente dal punto di vista umano, The Universe of Keith Haring è un must per tutti gli appassionati d'arte e per chi volesse saperne di più sulla vita del più grande rappresentante della cultura di strada.

Tirza Bonifazi, MyMovies