Tre colori - Film blu - Cineclub Arsenale APS

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TRE COLORI - FILM BLU

di Krzysztof Kieslowski

Durata: 95'
Luogo, Anno: Francia, Polonia, 1993
Cast: Emmanuelle Riva, Juliette Binoche, Benoit Regent, Yann Trégouët, Florence Pernel


Sinossi

In seguito a un terribile incidente d'auto Julie perde il marito Patrice, compositore musicale di fama internazionale, e la figlia Anna di sette anni. Dopo aver tentato il suicidio, l'elaborazione del dolore porta Julie a concedersi sessualmente al collega di Patrice, Olivier, da sempre innamorato di lei. Ma i sensi di colpa e la disperazione hanno la meglio e Julie si ritira nel solitario anonimato in un quartiere periferico di Parigi. Sarà una rivelazione sconvolgente a infonderle il coraggio per ricominciare a vivere e ad accettare il destino.


Critica

Film blu è il primo capitolo di una trilogia, Tre colori, dedicata da Krzysztof Kieslowski alla bandiera francese e al suo triplice significato, legato ai valori della Rivoluzione di Libertà, Uguaglianza e Fraternità.

Il blu rappresenta la libertà, e il regista polacco sceglie il più traumatico degli eventi per approfondire l'ambivalenza del termine. Julie è sì libera di ricominciare a vivere, come lo è di rinunciarci. La tragedia occorsa squassa la sua esistenza e ne riordina forzatamente le priorità, sotto ogni punto di vista. Intorno a lei i suoi cari piangono ed esternano commozione, dove Julie ingaggia un muto conflitto autodistruttivo con sè stessa e con i suoi pensieri, pervasi dal senso di colpa e incapaci di afferrare il senso di quanto accaduto. Nel cinema di Kieslowski, da Il decalogo fino alla trilogia che ne chiuderà la carriera, caso e destino recitano un ruolo fondamentale e il regista continua a studiarne le implicazioni, tanto sul piano religioso e cattolico - interrogandosi sull'oscuro disegno della Provvidenza - quanto su quello laico, qui incarnato dagli ideali della Rivoluzione francese. A riportare Julie alla vita saranno tre elementi che oscillano tra profano e sacro: la lussuria (rappresentata dalla vicina del piano di sotto), l'amore puro (il sentimento disinteressato e discreto di Olivier) e una annunciazione (la donna incinta). Ma la riflessione metafisica si accompagna sempre a quella privata e terrena, che Kieslowski studia attraverso l'elaborazione di un trauma ricco di elementi simbolici e riflessivi. Benché un'inquadratura chiarisca la natura meccanica del guasto che determina l'incidente mortale, in un certo senso l'artista, condotto al limite delle propria capacità, si stava già consumando, avvicinandosi inesorabilmente alla morte. Lo capiamo scoprendo sempre più informazioni sulla sinfonia a cui Patrice stava lavorando: Concerto per l'unificazione dell'Europa, un'opera ambiziosa e altisonante per dodici elementi, uno per ogni paese dell'Unione Europea di allora (il 1993). È chiaro il parallelismo tra quest'opera sul piano diegetico e quella che la contiene, ovvero la stessa trilogia, e quindi come Kieslowski stia giocando con se stesso, sovrapponendosi al personaggio maschile, come farà in tutti e tre i capitoli di Tre colori. La sorte di Patrice è una delle sorti possibili di Kieslowski, o forse un suo incubo ricorrente?

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