Un anno difficile - Cineclub Arsenale APS

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UN ANNO DIFFICILE

di Olivier Nakache, Eric Toledano

Durata: 120'
Luogo, Anno: Francia, 2023
Cast: Mathieu Amalric, Luàna Bajrami, Jonathan Cohen, Grégoire Leprince-Ringuet


Sinossi

Albert e Bruno, consumatori compulsivi, sovraindebitati, vivono tra schemi meschini l’uno e una vita personale alla deriva l’altro. Sarà attraverso l’associazionismo che avranno entrambi l’occasione di tornare a galla, incontrando giovani attivisti ribelli, allarmisti del clima, amanti della giustizia sociale e dell’eco-responsabilità. Più attratti dalla birra e dalle patatine gratis che dalle vere motivazioni, Albert e Bruno si integreranno gradualmente nel movimento, senza troppa convinzione.


Critica

Se tra circa trent'anni si girerà un film ambientato nei giorni d'oggi, viene subito da pensare a Un anno difficile. Perché sa raccontare il presente ma lo mostra anche come testimonianza per il futuro. Perché parla di crisi economica, di emergenza climatica, del fanatismo degli attivisti. Lo fa con uno sguardo duro, impietoso, ma al tempo stesso complice e partecipe trovando il giusto equilibrio tra commedia e dramma che è una delle cifre ricorrenti nel miglior cinema della coppia Nakache-Toledano. Ci sono ancora due personaggi protagonisti come in Quasi amici e The Specials. Fuori dal comune. Inoltre il respiro politico del precedente film dei due registi francesi, che affronta il tema delle associazioni dei bambini che si occupano di autismo, aveva caratterizzato per esempio anche Samba che parla di immigrazione clandestina nella Francia di oggi. Uno dei momenti più importanti è l'occupazione della pista dell'aeroporto sulle note di "The End" dei The Doors che ha lo stesso impatto di quella in cui gli ambientalisti bloccano il traffico e spargono una vernice rossa su una scalinata. Potrebbero essere anche dei frammenti documentari. Ma al tempo stesso anche alcuni dei passaggi fondamentali di un film girato intorno al 2050 che si svolge nel 2023. Nel corso dei decenni tutto cambia ma niente sembra cambiare. I discorsi dei Presidenti della Repubblica francesi nel corso degli anni (Holland, Sarkozy, Chirac, Mitterand, Giscard d'Estaing, Pompidou per finire con Macron) che dicono ai cittadini che l'anno appena trascorso è stato difficile o sarà quello che verrà già surriscaldano il clima di una commedia sociale che parte alla grande e trova nei due protagonisti, interpretati efficacemente da Pio Marmaï e Jonathan Coen, i volti giusti per raccontare il presente e che al tempo stesso potrebbero essere gli eredi di quell'arte di arrangiarsi della commedia all'italiana.

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