Un milione di granelli di sabbia - Cineclub Arsenale APS

loading...

UN MILIONE DI GRANELLI DI SABBIA

di Andrea Deaglio

Durata: 64'
Luogo, Anno: Italia, 2024
Cast:


Sinossi

Sul tavolo del suo studio, la psicoterapeuta Eva Pattis Zoja tiene un contenitore di sabbia. La sabbia registra le immagini che le dita tracciano sulla sua superficie, ma non le parole: il trauma psichico è una frattura che impedisce ai sentimenti di emergere e al racconto di fluire. I traumi di pazienti vittime di guerre e di calamità naturali ma anche, forse, il trauma della stessa Eva. Le immagini delle sabbie si mescolano così a quelle della Storia e a quelle della sua vita. Un’indagine interiore, che scava nell’incubo personale e in quello collettivo delle vittime di un genocidio. Perché un trauma non è mai solo una questione individuale: si trasmette fra le generazioni, si riflette nella Storia.


Critica

I risultati mostrati sono di forte impatto e spesso dicono più e meglio di tanti resoconti o fotografie, poiché sono filtrati attraverso gli occhi di un bambino. Ci si chiede se riportare a galla i propri traumi effettivamente aiuti questi piccoli pazienti a gestire la paura e a ricostruire se stessi. In tal senso, il film è anche una riflessione profonda sulla natura del trauma psichico e la sua tendenza a trasmettersi alle generazioni successive. “Il trauma si trasmette per generazioni. Se non viene espresso, diventa contagioso”, specifica la dottoressa mentre – rispolverando fotografie del lontano 1942 e vecchie lettere inviate al fronte e rispedite al mittente – ricostruisce il dolore vissuto dalla sua stessa madre durante la Seconda guerra mondiale: il suo primo amore perduto in guerra, un vuoto successivamente percepito anche dai suoi figli, che all’epoca non erano ancora nati. Il film di Deaglio dura appena un’ora ma è incredibilmente ricco di materiali d’archivio e testimonianze toccanti, salta da un paese all’altro, incontra persone, spiega: tutto è essenziale e niente è di troppo. “Oltre alla sopravvivenza della democrazia, dovremmo preoccuparci della sopravvivenza del nostro mondo interiore”, sottolinea Eva Pattis Zoja durante uno dei suoi speech in pubblico. E questa che documenta il suo lavoro è un’opera convincente, illuminante e più che mai attuale.

cineuropa.org