Vampyr - Cineclub Arsenale APS

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VAMPYR

di Carl Theodor Dreyer

Durata: 75'
Luogo, Anno: Francia, 1932
Cast: Sybille Schmitz, Julian West, Henriette Gérard


Sinossi

Aiutata da un medico e da due servi, una donna vampiro succhia il sangue alle due giovani figlie di un castellano. Una delle due è liberata dall'incubo per opera di David Gray, giovane viaggiatore di passaggio.


Critica

Il prestigio che Dreyer s'era guadagnato con La passion de Jeanne d'Arc non fu così grande da vincere la diffidenza dell'industria, né la renitenza del pubblico verso un cinema “difficile”, alieno dalle seduzioni spettacolari. Fu solo l'intervento di un mecenate (il giovane barone Nicolas de Gunzburg) che permise di mettere in cantiere, nella economia più stretta, il film successivo. Dreyer e Christen Jul si ispirarono ai racconti di uno scrittore irlandese dell'Ottocento, Sheridan Le Fanu (1814-1873). Occultismo e demonologia fornirono le suggestioni necessarie per disegnare un affresco “interiore” nella tradizione “notturna” del romanticismo tedesco e anglosassone. Il film (poco meno di 2000 metri) sarà presentato a Berlino il 6 maggio 1932.(…) L'ossessione dreyeriana acquista, in Vampyr, una evidenza più netta che nella Passion, dove pure l'ambivalenza santa-strega traspariva da ogni episodio. Più netto è, inoltre, il quadro entro cui l'ossessione si manifesta. Il film oscilla fra sogno e realtà, e può essere veduto sia come una vicenda di orrori reali (tutto quel che accade, accade effettivamente) sia come l'incubo del protagonista David Gray, capitato per caso in un villaggio sulle rive di un fiume avvolto dalla nebbia (a differenza dell'Hutter di Nosferatu che nella tana del vampiro è stato inviato per eseguire un incarico). Niente impedisce (anzi, tutto consente) di ritenere che David sia una proiezione dell'autore, e che come tale sia contemporaneamente il riflesso di un'attrazione e il segno di una paura che vuole esorcizzare la realtà (della donna).

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