PLANETARIUM
Parigi. Sul finire degli anni Trenta Kate e Laura Barlow sono due spiritiste americane impegnate in una tournée mondiale. Le loro doti medianiche colpiscono l'importante produttore André Korben il quale vuole risollevare le sorti della sua casa cinematografica compiendo un'impresa strabiliante: impressionare sulla pellicola la presenza di uno spirito.
Apparentemente questo film che ha al suo centro lo spiritismo si presenta con un titolo deviante. In realtà c'è una frase, pronunciata quasi all'inizio che ne chiarisce il senso: "Qualche volta è necessario fare buio per poter vedere meglio". È quanto sarebbe stato necessario fare nell'Europa di allora (e per traslato in quella odierna) dinanzi a tempi che si presentano come cupi ma che, se letti nel modo giusto, potrebbero fornire occasione per una reazione non tardiva. Le due sorelle che evocano spiriti non hanno però gli strumenti, loro che provengono dal Nuovo Continente, per comprendere la vecchia Europa ma sono in grado di offrirle quell'evasione da una realtà sempre più minacciosamente incombente. Rebecca Zlotowski, mentre ci mette in guardia dalle fughe che impediscono di confrontarsi con il pericolo, ci offre anche l'occasione per riflettere sul ruolo del cinema su un piano che va oltre la pura rappresentazione.
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Planetarium
di Rebecca Zlotowki