RESTAURO - 10 MARZO
VERTIGO - LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE
Capolavoro tra i capolavori hitchockiani degli anni Cinquanta, di tutti il più esistenziale: sotto la vernice del Technicolor serpeggia il senso del disagio, dell'umana inadeguatezza, della ragione inservibile, delle passioni inutili, d'una tristezza che Truffaut arrivò a chiamare necrofilia. Perché, come scrisse Gianni Amelio, “ci si insinua un sospetto: forse il solo amore eterno di cui siamo capaci è quello per chi non ci appartiene più. L'amore che non muore è l'amore per un fantasma”.
Vertigo - La donna che visse due volte
di Alfred Hitchcock