La Tessera - Cineclub Arsenale APS

LA TESSERA

“Al mio primo provino mi dissero: "Bene Jack, sei così strano che non sapremo in che modo utilizzarti. Ma se mai avremo bisogno di te, avremo davvero tantissimo bisogno di te". Lo trovai molto deprimente: non penso di essere tanto strano”. Che Jack Nicholson fosse particolare evidentemente se ne accorsero subito, ma che sarebbe diventato uno dei più grandi attori americani non era altrettanto facile prevederlo. Non so se "strano" sia l'aggettivo giusto per definirlo ma certo di ordinario c'è ben poco nella sua vita di uomo e di attore. Cresciuto con una nonna che credeva sua madre e una madre come sorella, scopre solo a 37 anni che in realtà suo padre è un tale Donald Furcillo, scalcagnato showman di origine italiana, scomparso dalla sua vita dopo aver messa incinta la madre sedicenne (“Mia madre non ha mai colto l'ironia nel chiamarmi figlio di puttana”). Passato attraverso storie di abusi di droghe (“Il modo migliore di perdere una cattiva abitudine è di sostituirla con una peggiore") e abbuffate di sesso (“Io prendo il viagra solo quando sono con più di una donna”) ha costruito la sua straordinaria carriera con memorabili interpretazioni, certamente fuori dall'ordinario, destinate a rimanere per sempre nell'immaginario collettivo oltre che nella storia del cinema. Scegliendo il suo ineffabile sogghigno come simbolo dell'Arsenale per il 2017, abbiamo voluto rendergli omaggio alla soglia dei suoi 80 anni. E il modo migliore per farlo è sicuramente quello di riproporre alcuni classici di cui Jack Nicholson è stato protagonista (“Non ho bisogno di scrivere le mie memorie... i miei film sono una lunga autobiografia”). La scelta, per la verità assai difficile, fra gli innumerevoli capolavori della sua carriera è caduta su Professione reporter (1975) che vide l'intenso incontro con Michelangelo Antonioni ("Antonioni era come un padre per me. Ho lavorato con lui perché volevo essere un regista e ho pensato che avrei potuto imparare da un maestro. E' una delle poche persone che conosco che ho veramente ascoltato"), Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975) diretto da Miloš Forman (pare che i due ebbero parecchie “divergenze di vedute” sul set), con cui fece incetta di premi, tra cui l'Oscar, e Shining (1980) di Stanley Kubrick, dove il suo Jack Torrence rappresenta una delle più incredibili interpretazioni mai viste ("All work and no play makes Jack a dull boy"). Tre capolavori, quindi, per celebrare uno dei più grandi protagonisti della storia del Cinema.“L'America sta diventando una piatta società di vegetariani, astemi e puritani. Io credo nella carne rossa, nel vino e nelle donne”. Auguri Jack.

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