Ha senso oggi ricordare Ernesto Guevara de la Serna detto il "Che"? Su di lui si sono spese tante, forse troppe parole. La sua storia spesso si è impantanata nella leggenda mentre mitologie e ideologismi hanno finito per contaminare molte analisi politico/sociologiche. Di lui si è fatto un simbolo dell'anelito verso la libertà ma anche della società dello spettacolo che tutto divora e digerisce. Il mito del Che ha attraversato 50 anni di storia, a cavallo di due secoli, 50 anni in cui la sua immagine è finita persino nelle curve degli stadi di calcio mentre le sue idee finivano annacquate dalla “società liquida”. Rivoluzionario, Romantico, Eroe, Illuso, Idealista, Fanatico, le definizioni hanno continuato a rincorrersi dal giorno della sua scomparsa, il 9 ottobre 1967, fino ad oggi, in una bizzarra altalena tra mistificazione e oblio. Per noi il Che rappresenta semplicemente l'imprescindibile bisogno di giustizia sociale che dovrebbe essere di ogni uomo, il sogno che un altro mondo sia possibile, un mondo in cui: “Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo”. Per questo, a 50 anni dalla sua scomparsa, pensiamo che abbia un senso ricordarlo. Ovviamente il nostro omaggio passa attraverso il Cinema, con una intera giornata a lui dedicata. Si inizia con un documentario, Le ultime ore del Che, che ricostruisce le ultime vicende della sua vita, con testimonianze e immagini inedite, per passare poi alla letteratura, con un incontro con lo scrittore Athos Bigongiali autore del libro Le ceneri del Che. Un romanzo che, incredibilmente, ha anticipato la soluzione del mistero sulle spoglie di Ernesto Che Guevara. Si prosegue, poi, con una maratona cinematografica attraverso i due film biografici di Steven Soderbergh, Che l'Argentino e Che Guerriglia, che ricostruiscono con grande rigore l'intera parabola umana del Rivoluzionario Argentino. Le due proiezioni saranno intervallate da un incontro con Alfonso Maurizio Iacono, filosofo e Ordinario di Storia della Filosofia all'Università di Pisa, e Alberto Banti, storico e Ordinario di Storia Contemporanea all'Università di Pisa.