Cinema di donna, cinema di donne - Cineclub Arsenale APS

CINEMA DI DONNA, CINEMA DI DONNE

Come di consueto, in occasione dell'8 Marzo la Giornata internazionale della donna ricorre per celebrare le conquiste sociali, economiche e politiche, ma anche le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono oggetto. E allora anche il programma dell'Arsenale si tinge di “rosa” e propone due importanti appuntamenti all'insegna del cinema al femminile. Ospiti di una serata-evento saranno la giornalista Concita De Gregorio e la montatrice e regista Esmeralda Calabria, che presenteranno il loro Lievito madre, un racconto che intreccia tre generazioni di donne, con interviste a grandi protagoniste del Novecento, da Nada Malanima a Luciana Castellina, passando per Emma Bonino, Inge Feltrinelli, Dacia Maraini, Piera Degli Esposti e tante altre ancora. In prima visione arriva quindi Visages, Villages, l'ultima opera della regista belga Agnès Varda, realizzata in collaborazione con l'artista e fotografo francese JR. Un'autrice che alla soglia dei 90 anni continua a sperimentare e mettersi in gioco, cui l'attrice Angelina Jolie lo scorso novembre ha tributato uno straordinario e commovente discorso in occasione della consegna dell’Oscar alla carriera: “Ha realizzato il suo primo film nel 1954, 63 anni fa, quando il cinema era ancora un’arte giovane. Aveva 25 anni, era autodidatta, non aveva mai scritto o letto una sceneggiatura, si ripromise di fare quell’unico film, e invece è ancor oggi una pioniera, che realizza film bellissimi con un tocco così profondo e originale come quando prese in mano la prima volta una macchina da presa. “Regista donna” è un’etichetta che potrebbe rifiutare. Naturalmente è prima di tutto e soprattutto un’artista, una forza creatrice, una mente brillante, uno spirito indomito, una comunicatrice. Quando iniziò, non fece semplicemente film che nessun’altra donna aveva fatto: erano film che nessuno aveva mai fatto. Ma è anche vero che era una tra le pochissime registe donne all’epoca, e tutti noi sappiamo cosa ciò significhi: iniziare quando non c’erano esempi da seguire, sconfiggere scetticismo e pregiudizi, affrontare tutti gli ulteriori ostacoli per una madre lavoratrice. Le artiste donne devono ancor oggi combattere per essere libere di realizzare il proprio lavoro su un piano di parità: e credo che questo proprio non se lo sarebbe aspettata. Perciò noi dobbiamo trarre forza da artiste come Agnès: dalle donne che sono venute prima; che hanno mosso il primo passo e indicato la strada a tutte noi; che hanno visto un po’ più in là; che hanno detto: “Io parlerò, io scriverò, io andrò lì, questa è la mia strada”. Le artiste che hanno rotto le convenzioni e liberato dalle costrizioni le generazioni successive; quelle che si sono battute per la libertà artistica”.

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