Lady Land/Speciale Venezia - Cineclub Arsenale APS

LADY LAND/SPECIALE VENEZIA

In barba all’accusa di essere “espressione della cultura maschilista” lanciata dalla rivista Hollywood Reporter per il fatto di aver selezionato una solo regista donna - l’australiana Jennifer Kent - la 75 mostra del cinema di Venezia rende omaggio al mondo femminile attribuendo i principali premi a tre opere che declinano quel mondo secondo molteplici forme. Roma di Alfonso Cuarón, premiato con il Leone d’oro, è una storia di solidarietà femminile, ambientata nell’omonimo quartiere di Città del Messico e costituisce un intenso e delicato affresco dei sentimenti di amore, fiducia e reciproca protezione che si instaurano tra una tata indio-americana, la sua datrice di lavoro e i suoi tre figli. Con un potente bianco e nero Cuarón ritrae, attraverso le due donne, le diverse anime del mondo di cui egli stesso fa parte e il difficile passaggio da un’antica cultura patriarcale ad una nuova, quella degli anni Settanta, in cui le donne possono emanciparsi e trovare una loro specifica identità grazie alla solidarietà che le unisce. Sul versante opposto, ma al fondo con lo stesso atteggiamento, il film di Lanthimos, Leone d’argento, racconta con un linguaggio crudo e impietoso al limite del grottesco la guerra efferata tra due cortigiane in lotta per la propria esistenza e la conquista dei favori della regina Anna Stuart, ultima regnante dell’antica stirpe inglese. In questo triangolo mortifero, giocato su tutti i registri del potere e della forza femminile, nessuno, nemmeno i sopravvissuti, riesce ad uscire indenne, tutti sono intrappolati nelle loro fragilità e nella coazione dei loro comportamenti. Infine il film della Kent, vincitore del Premio speciale della giuria e del premio Mastroianni, è un film dalle tinte forti ambientato nella Tasmania del XIX secolo. Una detenuta subisce la terribile violenza del suo carceriere e si vendica di tutti quelli che vi hanno partecipato. Benché non privo di alcuni stereotipi dell’horror, il film riesce a dare significato e rilievo all'incontro culturale fra due minoranze: gli aborigeni e le donne che in quella comunità, agli estremi confini dell'impero britannico, non hanno diritto né alla dignità individuale né alla vita. Tre modi diversi - la sorellanza, l’istinto di sopravvivenza e l’affermazione di sé per definire altre forme di presenza dell’universo femminile, oltre al me too.

Elena Lazzarini

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